La vicenda dei libri per bambini e del sindaco di Venezia immagino che la sappiate già:
«L’avevo promesso in campagna elettorale e l’ho fatto», ha spiegato Brugnaro, «ho dato ordine agli uffici che vengano ritirati tutti i libri con genitore 1 e genitore 2 dalle scuole, ma non dalle biblioteche, dove c’è libertà di scelta». Per Brugnaro sono «i genitori a doversi occupare di educare i figli su queste cose, non la scuola. Noi non vogliamo discriminare i bambini, a casa i genitori possono farsi chiamare papà 1 e papà 2 ma io devo pensare a quella maggioranza di famiglie dove ci sono una mamma e un papà».
Queste le alate parole del sindaco. Nei fatti è andata ancora peggio, perché la lista dei libri ritirati è parecchio grande.
Non staremo a fermarci troppo sulla figura del sindaco, che come tutti quelli che dicono di essere né di destra né di sinistra, nei fatti è di destra. Non ci soffermeremo sulla totale incompetenza in merito di chi decide una cosa del genere – non è solo lui, immagino i fior di professionisti della formazione interrogati in proposito – né sulla banale osservazione che tutto ciò s’inserisce perfettamente nel quadro della propaganda cattolica contro la sua stessa invenzione, la teoria del gender. Ci faremo invece due risate amare sul comunicato che il sindaco ha voluto fare “in risposta” alle polemiche sollevate dalla sua decisione. Ecco il link e il testo.
http://www.comune.venezia.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/84108
Denunciamo la polemica inerente quelli che sono stati definiti i libri sulla teoria gender. Ne è nata una speculazione culturale che non ci intimorisce.
Ah, la speculazione culturale la farebbe chi protesta, e non chi ritira i libri dalle scuole? Per rispondere alla domanda “cos’è una speculazione culturale” basterebbe andare a vedere chi li ha definiti libri sulla teoria gender. Libri scelti poi, si suppone, da professionisti dell’insegnamento: i quali vengono così deliberatamente accusati di non saper fare il loro lavoro. Ma sì, tanto agli insegnanti in Italia si può fare tutto, chissenefrega: c’hanno tre mesi di vacanza all’anno, ci manca pure che possano capire qualcosa. E poi il sindaco non si fa intimorire – notate come lui, come tutti i sostenitori della fuffa gender, si pone subito dalla parte di chi subisce qualcosa, di chi si deve difendere, di chi tutela una libertà violata. Quale? Non si sa.
Non potendo avere una visione completa ed esaustiva della questione, si è preferito ritirare tutti i libri distribuiti dalla precedente Amministrazione in modo da poter verificare serenamente e con piena cognizione di causa quali siano, e soprattutto quali non siano, adatti a bambini in età prescolare.
Il sindaco ammette che né lui né la sua amministrazione sono in grado di avere una visione completa ed esaustiva della questione, quindi invece di fidarsi della professionalità altrui – chi ha scelto i libri – li ritirano tutti e via così. Non sappiamo quali medicine fanno davvero bene e quali male, chiudiamo le farmacie. Non sappiamo quale cibo sia più o meno avvelenato da porcherie chimiche, quindi chiudiamo i supermercati. Queste sono assurdità, mentre ritirare i libri no. Chi è che farebbe, allora, una speculazione culturale? E poi, oh: solo quelli distribuiti dalla precedente amministrazione. Questa non sarebbe, invece, una speculazione politica? Allora perché non tutti? Cosa assicura che due amministrazioni fa i libri distribuiti non parlino di zozzerie che fanno piangere Gesù?
Il vizio di fondo è stata l’arroganza culturale con cui una visione personalistica della società è stata introdotta nei nidi e nelle scuole per l’infanzia unilateralmente, in forma scritta e senza chiedere niente a nessuno, in particolar modo alle famiglie.
Notate la scelta lessicale: vizio. Non errore, né sbaglio, né abuso: vizio. Cosa ricorda in un paese cattolico la parola vizio? Il vizio sarebbe stato introdurre ai bambini discorsi sulla diversità, che notoriamente è una visione personalistica della società. Quindi secondo Brugnaro più difendo la diversità di genere più sono egoista. Ma sì, contraddiciamoci pure, chi vuoi che se ne accorga? Io non sono né di destra né di sinistra e ho vinto le elezioni, quindi IO posso fare le cose senza chiedere niente a nessuno. Qualcuno ha idea della burocrazia necessaria a far adottare un libro a scuola? Di questa decisione ne devono essere a conoscenza un esercito di persone e c’è da imbrattare un sacco di carta. Invece secondo il sindaco ci sono egoisti in paillettes e boa di piume che entrano nottetempo negli asili a piazzare libri peccaminosi all’insaputa dei genitori – tra l’altro, se fosse così, come avrebbe potuto il sindaco produrre una lista tanto precisa? Evidentemente, la cosa era nota e approvata da tempo dall’amministrazione, e quei libri erano nelle scuole da un pezzo. Perché adesso è un problema e prima no? Dov’erano i genitori all’insaputa, prima?
I genitori dei piccoli devono, invece, avere voce in capitolo su aspetti determinanti che riguardano l’educazione dei loro figli e non esserne aprioristicamente esclusi.
Aprioristicamente esclusi? Ma questo non è il paese dove per far venire i genitori alle riunioni non si sa più che inventarsi? Questo non è il paese dove fare il rappresentante di classe è considerato una rottura di scatole seconda solo a una ispezione di Equitalia? Questo non è il paese dove i genitori temono come la peste i messaggi del gruppo Wazzup con gli altri genitori di classe e la maestra, per paura che ci sia un lavoro da fare o qualche euro da dare per i servizi primari della scuola? Questo sarebbe il paese che esclude i genitori dalla vita della scuola?
E’ quindi nostra intenzione esaminare con cura e obiettività i testi, non distribuendo quelli inopportuni per i più piccoli, che pure restano liberamente consultabili da parte degli adulti nelle biblioteche.
E chi li esaminerebbe? Con quali criteri smentire la distribuzione già fatta? Inopportuni perché, dato che rimangono nelle biblioteche? E perché consultabili da parte degli adulti, dato che sono libri per bambini e anche loro vanno in biblioteca? Ma qualcuno che ha una minima preparazione in queste questioni lo ha riletto questo comunicato?
Molti libri, che trattano i temi legati alla discriminazione fisica, religiosa e razziale, sono notoriamente straordinari e verranno certamente ridistribuiti, come ad esempio le opere di Leo Lionni “Piccolo blu e piccolo giallo” e “Guizzino”. Le riserve riguardano, invece, alcuni testi come “Piccolo uovo” di Francesca Pardi o “Jean a deux mamans” di Ophelie Texier.
Sì, qualcuno che ci capisce lo ha letto, evidentemente, dato che alcuni nomi sembrerebbero esclusi – anche se per ora sono ritirati come tutti gli altri, la cui pericolosità è stata ben individuata. Allora i criteri li hai o no? Perché dire ancora che c’è da valutare? La lista l’hai fatta, sindaco, ormai quelli li ho buttati! Adesso mi dici che qualcuno invece andava bene? Attenzione: vanno bene quelli che trattano i temi legati alla discriminazione fisica, religiosa e razziale. Della discriminazione sessuale, del sessismo, del maschilismo, dei diritti LGBTQI, non si deve far sapere niente soprattutto ai bambini. E’ su questo che genitori e sindaco sono all’erta. Solo su questo.
Sarà un lavoro di analisi fatto con cura e attenzione, anche approfittando del periodo estivo e delle vacanze scolastiche, valutando quali siano le persone più adatte a questa selezione ed evitando, così, ulteriori diatribe e strumentalizzazioni di un argomento che, ad oggi, ha fatto anche troppo parlare di sé.
Facciamo le cose d’estate, che nessuno ne ne accorge, e poi di questo argomento si è anche parlato troppo – però che politica nuova che fa il sindaco della lista civica, davvero un rivoluzionario. Come farebbe poi una amministrazione che sulla lista dei libri da ritirare ci ripensa in pochi giorni a saper valutare quali siano le persone più adatte rimane un mistero. Ma mica tanto misterioso: basterà scegliere tra genitori all’insaputa e dottissimi sostenitori della fuffa gender. Non vedo l’ora di sapere. Intanto gira tra estremisti cattolici e cattolici in divisa questo simpatico modulo da usare per il prossimo anno scolastico:
Questo lo firmeranno quei genitori che per riparare il loro impianto idraulico esigono professionalità; per la loro salute esigono trasparenza; per la gestione dei loro risparmi esigono trasparenza e convenienza; per i loro acquisti esigono la qualità e il risparmio. Per decidere dell’istruzione dei loro figli no, bastano loro.
Complimenti.