Come certamente saprete, sul web si trovano da anni blog genitoriali: la maggior parte di loro è fatta da mamme e per le mamme, e parla degli argomenti più in voga tra le mamme, ma non mancano – oltre i rari veramente genitoriali – i “papàblogger”, uomini che raccontano la loro esperienza paterna e che cercano di far diventare questa loro attività un mestiere. Fin qui niente di male. Il problema nasce quando qualcuno di questi geni della comunicazione pensa bene di adoperare argomenti o temi dei quali evidentemente capisce pochissimo per i propri scopi.
Se questi ultimi sono senz’altro leciti, l’uso di alcuni argomenti è a volte – perlomeno – discutibile. Del brillante comunicatore di cui ci accingiamo a leggere le meraviglie eviterò di mettere il link, tanto vi basterà l’immagine, se proprio ci tenete. Qui, come sempre, non interessa tanto la sua persona quanto l’uso incredibile di parole e argomenti che andrebbero usati con ben altra sensibilità. Il grave danno provocato dal parlare di parità in questo modo, e pure in un blog di padre che parla ad altri padri, lo si misura poi quando in ben altri contesti emerge tutta l’insipienza politica e civile comune su questi argomenti. La condivisione di stereotipi, luoghi comuni e altri sessismi non è scusabile perché uno si sente padre spiritoso che parla di lavori domestici.
Un aspirapolvere per la parità [cominciamo bene, eh? Bel titolo davvero]
Io ci provo ad ottenere la parità in casa, ma non è facile. [Lui, uomo, aspira a ottenere la parità in casa. Oh, magari è un’eccezione, vediamo]
Vengo sempre messo in secondo piano e c’è un lento mobbing casalingo che mi spinge a rinunciare. [E la miseria, e chi ti sei sposato? E soprattutto, perché? Però una cosa: mobbing è una parola pesante, configura un reato, e si riferisce soprattutto a un luogo di lavoro. Forse che, invece che da padre, sta parlando da domestico contrattualizzato? E poi, rinunciare a che cosa? Non lo sappiamo. Il comunicatore, qui, si tiene sul vago]
Io però non mi abbatto e vado avanti sulla mia strada per ottenere la parità [un po’ di empowerment che non guasta mai].
La mia ultima battaglia è stata: L’aspirapolvere non ha bisogno di una mano femminile per fare il suo lavoro al meglio. [Avete capito bene: il nostro coraggioso difensore dei diritti degli oppressi, che lotta per la parità, combatte per diffondere qualcosa che le donne stanno dicendo da più di un secolo: non è necessario essere donna per pulirsi casa. Anche se l’aspirapolvere ha più di un secolo, le donne lo dicono da prima.]
Pochi giorni fa è arrivato a casa nostra il Dyson DC52: un aspirapolvere dal design futuristico, con un sistema di aspirazione che riprende la teoria del ciclone. [Sì, capita che i blogger facciano pubblicità nei post: devono pur campare, non c’è niente di male. Certo che se la butti sulla parità dei diritti, forse – ma forse eh – dovresti essere più cauto nell’usare argomenti che per qualcuno costano la vita.]
Insomma il fatto che non avesse bisogno di sacchetti da cambiare, che fosse ecologico perché la polvere la svuoti facilmente e il contenitore lo lavi semplicemente mi ha fatto pensare che fosse arrivato il momento giusto per essere d’aiuto in casa senza la supervisione al femminile. [Quindi ringraziamo il prodotto futuristico, sennò col quasi che alzavi il culo per pulire casa. Davvero simpatico come argomento per ottenere la parità in casa.]
Sono tanti gli uomini e i papà che mi scrivono, solidali, su questo argomento che ci confina in uno stato depressivo sul divano. [Poverini, milioni di papà che non vorrebbero soffrire, addirittura depressi perché nessuno aveva prodotto un aggeggio che li liberasse dalla schiavitù del divano. Ma adesso ci ha pensato Dyson a liberarvi, potete alzarvi e ottenere la parità in casa!!!]
La questione è sempre la stessa: Qualsiasi sia il lavoro domestico fatto da un uomo dopo ci sarà sempre una donna che passerà a controllare o a dare il suo piccolo contributo, proprio come un colpo da maestro. (E’ una cosa che sta nel DNA, quindi difficile da modificare) [COSA? Le donne avrebbero nel DNA il controllare le pulizie? O forse si tramandano da generazioni questa schiavitù, dato che da sempre si accompagnano a uomini che vedono nel fare le pulizie qualcosa di degradante per la loro virilità? E quindi t’incazzi se – data l’inesperienza – pulisci male e lei lo vede? Bel concetto di parità, complimenti.]
Sicuro di avere nel Dyson un alleato ho lanciato una sfida: “Cara, questa volta non potrai fare di meglio”. [L’olio di gomito costa meno, ma evidentemente è poco virile. Invece un bel tubo aspirante ti rinfranca la mascolinità? E, serve un alleato contro la crudele donna che passerà a controllare, armata del suo DNA? Da solo non ce la facevi proprio, ad avere la parità in casa?]
La mattinata è trascorsa a pulire pavimenti, materassi e divano grazie ai diversi attrezzi in dotazione che hanno delle spazzole speciali per ciascuna funzione.
Mi sono impegnato fino allo stremo e il “traino” mi ha seguito in maniera fedele senza nessun intralcio. Ho fatto un po’ fatica in alcune manovre perché non sempre ha raggiunto tutti gli angoli, ma per quelli ho usato una spazzolina piccola che si infila bene anche dietro le mille cose che ci sono sulla scrivania (veramente ho aspirato anche tra i tasti della tastiera del pc e il risultato è stato sorprendente. Adesso anche i caratteri sono più puliti). [Ah ah ah, davvero un simpaticone. Quanta elaborata prosa per quello che la compagna si smazza tutti i giorni, e senza produrci post nel suo blog.]
Ad un certo punto è entrata in scena mia moglie (MPS) [avete letto bene, lui la chiama come una banca] col suo aspirapolvere. Non si è fidata del nuovo arrivato [eh, che volete, ce l’ha nel DNA] e così per la sfida che le avevo lanciato ha voluto giocare tutte le carte [il 99% per cento delle donne gli avrebbe detto e fatto ben altro, ma la sua è difficile da modificare]. Ha cambiato il sacchetto ed è partita all’attacco. Alla fine della sua sessione, fatti i dovuti controlli, ha esclamato:
“Se utilizzi sempre il Dyson mi sento sicura perché aspira davvero tutto in profondità”. [Il mostro del mobbing cercava solo rassicurazioni, poverina. Adesso si sente sicura grazie al suo eroe che le ha cambiato il DNA.]
“Hai visto che non sempre c’è bisogno della tua mano?” [«Boccaccia mia statte zitta», si sarà detta lei, e la capiamo bene.]
“Beh il Dyson è comunque opera di una donna”. [Attenzione, parte una gag molto spontanea…]
“Ma quando mai. I Dyson sono aspirapolvere creati da un uomo”.
“Sì, ma dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna, per cui…”
“Per cui hai ragione amore mio”. […che si conclude col più classico dei luoghi comuni sessisti.]
P.S: Per tutti quelli che hanno voglia di parità offro uno sconto del 50% [La parità con lo sconto, accorrete gente!!!]
su questi modelli
– DC52 Animal Turbine
– DC52 Allergy Care
– DC52 Multifloor
– DC63 Allergy
– DC42 Allergy
– portatile DC43H Mattress
(Attenzione il post non è sponsorizzato [no, certo, lui gli aspirapolvere da dare con lo sconto li ha trovati per caso in un TIR parcheggiato aperto nel suo cortile, una mattina]. Per quelli viene inserita una dicitura finale. Cioè io ci credo proprio al fatto che il Dyson aspira meglio degli altri aspirapolvere [e credi che la parità sia una questione di chi pulisce meglio, ci credi proprio, si vede])
P.S. [sarebbe il secondo, quindi casomai P.P.S., ma si vede che non sono blogger di professione, io] La dicitura di post non sponsorizzato è stata inserita in quanto per questo articolo non ho ricevuto nessun compenso economico [a parte la parità, ma quella è una gioia morale e un traguardo sociale, non è monetizzabile]. Questo regalo non è una sponsorizzazione, ma semmai una recensione [EH? No, davvero, non si capisce. Che sia un problema di DNA anche questo?]. Non ci sarà una vendita dell’oggetto in questione e quindi nessun ricavo economico [scusa, avevo letto “offro uno sconto del 50%”, pensavo ti riferissi a una vendita, come di solito si fa parlando di sconti]. Per tanto il post non ha dovuto rispettare nessun parametro indicato dall’azienda sia in termini di traffico che di contenuto. Inoltre sono stato contento di poter offrire a chi volesse dei coupon di sconto [anche quelli erano nel TIR, evidentemente], ma specifico che neanche per questo è previsto un compenso economico. Mi scuso se non è stato specificato che si trattasse di una recensione [allora potevi raccontarci come c’è capitato un Dyson a casa tua: andava in giro da solo? Che cercasse anche lui di ottenere la parità, depresso dal mobbing dei robot aspiratori?].