Cosa c’è di più divertente – e ipocrita – che difendere un linguaggio sessista usandone uno ancora peggiore? Ecco qua che l’osannato Travaglio si adopera anche in questa fine acrobazia. Qui la sua meraviglia.
Oggi sono Boldrini e Grasso a strillare come vergini violate [insulto sessista #1] contro Franco Battiato che ha avuto l’ardire di dichiarare: “Mi rallegro quando un essere non è così servo dei padroni, come queste troie [insulto sessista #2] in giro per il Parlamento che farebbero qualunque cosa, invece di aprirsi un casino”. Apriti cielo! Proteste unanimi da destra, centro e sinistra, mobilitazione generale, emergenza nazionale, [ma che spiritoso] manca soltanto la dichiarazione dello stato d’assedio con coprifuoco, cavalli di frisia e sacchi di sabbia alle finestre [davvero un simpaticone]. Boldrini: “Respingo nel modo più fermo l’insulto alla dignità del Parlamento, stento a credere” ecc. Grasso: “Esprimeremo il nostro disagio al governatore della Sicilia per le frasi dell’assessore Battiato” [e che dovevano dire? Fargli i complimenti? Per quanto deprecabile, il loro lavoro li obbliga a queste prese di distanza, come anche l’ultimo dei giornalisti sa – invece perculiamoli].
Sui cinquanta fra condannati, imputati e inquisiti che infestano il Parlamento, invece, nemmeno un monosillabo [Travaglio, ma che c’entra? Proprio tu ti metti a usare il metodo “E allora le foibe?”]. Invece giù fiumi di parole e inchiostro contro il cantautore-assessore che osa chiamare troie le troie [insulto sessista #3 e #4]. Pronta la mossa conformista [conformista? Dimettere qualcuno a causa di un linguaggio sessista? Ma quale conformismo? Quando s’è mai visto prima?] del governatore Crocetta, un tempo spiritoso e controcorrente specie sulle questioni di sesso [e lo è ancora – è Battiato che non ha mai fatto ridere nessuno], ora ridotto alla stregua dell’ultimo parruccone politically correct [aridàje: non ha fatto niente da “parruccone”, anzi il contrario], che mette alla porta il fiore all’occhiello della sua giunta, financo equiparandolo a uno Zichichi qualunque [è una battuta? Non s’è capito]. Si risente pure la Fornero [è, sai, è donna, anche se a volte – va detto – se ne dimentica opportunamente], che è pure ministro delle Pari Opportunità (infatti s’è scordata solo 390 mila esodati [di nuovo: che cacchio c’entra? Perché deve scordarsi a che genere appartiene a seconda della sua attività di ministra? Casomai sarà un’altra colpa di Battiato se grazie al suo linguaggio fa bella figura pure Fornero, no?]). Certo, il linguaggio usato da Battiato è da pugno nello stomaco [no, è sessista], tipico dell’intellettuale indignato [no, tipico dei sessisti] che vuol “épater” un Paese cloroformizzato [no, ha detto una delle parole più usate dalle Alpi a Lampedusa, non ho capito proprio dove sarebbe tutta questa esclusività]. Ed è facile dire che ci si poteva esprimere in termini meno generici [infatti il difficile è dire che ci si poteva esprimere in termini meno SESSISTI], o aggiungere subito e non dopo che la denuncia riguarda anche le troie-maschio [fanno due insulti sessisti, Marco caro, non che uno cancelli l’altro], pronte a vendersi al miglior offerente [cosa che, tra l’altro, non è certo quello che succede alla stragrande maggioranza delle prostitute, che invece vengono vendute a prezzi stracciati senza certo poter scegliere i “clienti”. Quindi quella parola è sia un insulto sessista che un vero e proprio errore, dato che l’attività che si vorrebbe stigmatizzare è un’altra].
Ma andiamo al sodo: è vero o non è vero che il Parlamento, anche questo, è pieno di comprati, venduti, ricomprati e rivenduti [e, per l’ennesima volta, che c’entra? Questo autorizza qualcuno a usare un linguaggio sessista? E perché non uno razzista, allora?]? È lo spirito losco del Porcellum (nomen omen [insulto specista #5 – sì, perché “troia” è bisvalido, è anche un insulto specista]) che porta alla prostituzione della politica, alla nomina dei servi dei partiti e innesca la corsa sfrenata al servaggio e al leccaggio per un posto al sole [e allora tu perché non fai i nomi? E perché non li ha fatti Battiato? Meglio un bel nome collettivo che è pure un insulto sessista e specista, certo]. E come li vogliamo chiamare questi servi, che si vendono la prima volta per farsi candidare in cima a una lista e poi magari si rivendono per voltar gabbana a seconda delle convenienze [CON IL NOME, SE HAI LE PROVE, SE NO TE NE STAI ZITTO E NON OFFENDI NESSUNO]? Passeggiatrici? Lucciole? Mondane? Falene? Peripatetiche? [ma non te ne accorgi da solo che hai solo sinonimi al femminile? E ci fai pure il giornalista, complimenti per la consapevolezza del proprio linguaggio!] Chi voleva capire ha capito benissimo: accade a tutti [a me no] di dare della “troia” [insulto sessista #5] a chi, maschio o femmina, è disposto a tradire e a tradirsi per un piatto di lenticchie o a vendersi per far carriera [no, lo vedi che non hai capito? Quello che hai descritto è il comportamento di un doppiogiochista: di nuovo, la prostituta in genere non può scegliere né aspettare, né migliora certo la sua situazione “lavorando”]. Ma, nel Paese di Tartuffe, che con buona pace di Molière è l’Italia e non la Francia, ci si straccia le vesti appena qualcuno squarcia il velo dell’ipocrisia [quale velo? Che ci siano corrotti e corruttori in Parlamento lo si sa da un pezzo! E anche grazie a te! Il berlusconismo consiste proprio nel non nascondere le pratiche più scorrette, facendole passare per prassi consolidata!] e dice pane al pane: ieri sui ricatti della Bicamerale, oggi sulla mignottocrazia [insulto sessista #6] (copyright Paolo Guzzanti).
Battiato è come il bambino che urla “il re è nudo” e la regina è troia [insulto sessista #7 – ed è così contento di dirlo che non si accorge che con la favola menzionata il gesto di Battiato non c’entra niente – lo vediamo tutti da un pezzo che il re è nudo]. Tutta la corte intorno sa benissimo che è vero, ma arrota la boccuccia a cul di gallina [insulto specista #6] e prorompe in urletti sdegnati. Lo sa tutto il mondo come e perché sono stati/e eletti/e certi/e cosiddetti/e onorevoli. Persino in India, dove la Ford si fa pubblicità con un cartoon che ritrae lo statista di Hardcore col bagagliaio dell’auto pieno di mignotte [insulto sessista #7]. I primi a saperlo sono i nostri giornali, che han pubblicato centinaia di intercettazioni sulle favorite del Cainano e sulla compravendita dei parlamentari, e ora menano scandalo perché Battiato, dopo averci scritto una splendida canzone Inneres Auge), li chiama per nome [magari! Invece ha usato un nome collettivo – che sono sempre sbagliati, come si sa – che è pure un insulto sessista]. E non si accorgono neppure che il loro finto sdegno [che ne sai che è finto? Quello di Boldrini è finto?] non fa che confermare le parole di Franco [no, stai mettendo insieme due circostanze che invece sono differenti. Il fatto che a me quelle parole facciano schifo non significa certo che difendo i parlamentari corrotti. Io stigmatizzo l’uso di un linguaggio sessista, a prescindere dalle circostanze]. Se uno accenna ad alcune troie [insulto sessista #8] e si offendono tutti/e, la gente [la gente, ma davvero un giornalista professionista usa ancora questo termine?] penserà: “Però, guarda quante sono! Credevo di meno…” [però, in che bella considerazione tieni le persone comuni, Travaglio, grazie].