Insomma, ai tempi dell’austerità non si ha diritto proprio a niente di niente: la sanità funziona uno schifo, la scuola esiste e va benissimo (rincretinire e addestrare è il suo compito e ci riesce a meraviglia), il welfare non si sa più che cosa sia, lavoro e reddito saranno a breve oggetto di una campagna di protezione da parte del WWF; politica sociale è uno di quei termini desueti – tipo desueto, eccetera eccetera. Hanno sempre obiettato al mio desiderio di una società anarchica con tesi del tipo ma se vivi senza stato, poi x, y, z chi te li dà? dove per x, y, z si intendevano servizi di natura varia. Oggi come oggi penso di poter rispondere: beh, non me li dà nemmeno lo stato, mi pare che sia il caso di toglierlo di mezzo questo parassita. Via, nel cestino col capitalismo. Raccolta indifferenziata per stavolta.
La legge è (in)giustizia di classe. Ma noi lo sapevamo già
Sei una donna vittima di violenza domestica o di un qualsiasi altro comportamento abusante, una persona immigrata, precaria, che lavora a nero, una persona trans che deve rettificare i documenti in accordo col proprio genere, un manipolo di attiviste/i o militanti denunciate/i per un nonnulla o un qualsiasi altro soggetto che non ha alcun potere economico? Per te nessuna difesa. È così, punto.
Dal comunicato di Giuristi Democratici apprendiamo che: “…nella nuova legge di stabilità sono state introdotte, e già approvate al Senato, alcune importanti variazioni economiche anche in materia di giustizia: innanzitutto la riduzione di un 30% dei compensi per i difensori (ma anche per i consulenti tecnici, gli ausiliari e gli investigatori autorizzati) dei soggetti ammessi al cosiddetto “gratuito patrocinio”. Le spettanze che possono essere liquidate per la difesa dei soggetti non abbienti, già ridotte perchè calcolate in base ai valori medi e decurtate del 50% subiscono così un’ulteriore dratica riduzione. Gli effetti sono facilmente prevedibili: sempre meno avvocati, consulenti, investigatori privati si renderanno disponibili a difendere chi si trova nelle condizioni per accedere al patrocinio a spese dello stato; si parla di persone che possono vantare il non invidiabile primato di percepire un reddito lordo di poco più di 10.000 euro di reddito l’anno. Sempre meno difesa per chi non può, sempre meno garanzie, sempre meno diritti. Verso il basso, ovviamente.”