Leggo questo articolo, uno dei tanti – di cosiddetti ‘esperti’ – che affollano le pagine di giornali on line, noti e meno noti. Di solito ignoro tali ‘perle’, ma in questo particolare pezzo ho visto tanti e tali di quei concetti e preconcetti contro i quali combatto, che ho sentito necessario scriverne un deconstructing ‘à la Gasparrini’! Buona lettura!
I bambini rappresentano un argomento sempre più importante a livello politico e sociale [affermazione tanto ovvia quanto scontata, per dare subito un taglio il più possibile banale al ‘ragionamento’]. Una politica che guarda al futuro dovrebbe investire sempre più risorse su di loro; ma nei decenni scorsi la politica italiana ha considerato poco questo aspetto e ha legiferato trascurando le «future generazioni» [a dir la verità, la politica italiana trabocca di ideologia familista da sempre, salvo poi fregarsene beatamente quando la realtà, fatta di una popolazione sempre più povera e più precaria, si manifesta in forma di individui che non stanno zitt@ a subire in silenzio ma avanzano le proprie legittime richieste. A quel punto diventano tutt@ fannullon@ che non hanno voglia di fare niente].
A loro ha lasciato un debito pubblico pesantissimo, che è una delle principali cause del dissesto italiano. I bambini di ieri sono oggi lavoratori, magari disoccupati a causa del vergognoso disinteresse dell’Italia di allora per il suo futuro. Negli anni ’80-’90, per questo e per vari altri motivi, gli italiani hanno deciso di mettere al mondo sempre meno figli. [sicuramente la situazione economica generale da molti anni non aiuta nessun@ -nemmeno chi vorrebbe avere prole – ma rispetto alla natalità in calo in Italia non si deve trascurare nemmeno la rivoluzione culturale che, a partire dai movimenti femministi degli anni 70 e dall’autocoscienza, hanno riconsegnato – almeno in parte, nonostante la continua ingerenza della chiesa e del patriarcato – le scelte riguardanti la sessualità e la riproduzione alle donne… e direi posizione abbastanza condivisa anche da molti uomini, i quali non desiderano – né necessitano più di – 12 figli a testa – per mandare avanti il lavoro nei campi o perché dei 12, 8 ne morivano per malattie e/o denutrizione].
Eravamo nel mondo il fanalino di coda, con appena 1,2 figli per donna. Poi siamo aumentati a 1,4, per il contributo delle mamme straniere (il 20% in Italia, il 24% in Trentino); ma negli ultimi anni stiamo ridiscendendo a 1,3. In Italia nel 2013 abbiamo registrato un netto calo di nascite (510.000: 5% in meno rispetto al 2012). In Trentino i nati del 2013 sono calati del 10% rispetto al 2008 . [ma cos’è, una gara a chi ne fa di più? In un mondo dalle risorse finite non conta nulla il fatto che siamo già a livelli disastrosi di sovrappopolazione, che non ci sono più risorse, più spazio, più possibilità per chi già è qui e sta crepando, nel momento stesso in cui parliamo? Senza contare la mostruosa distruzione di habitat e biodiversità, la perdita di specie animali che non hanno più alcun luogo in cui rifugiarsi, ecc.ecc. ] Non è una bella notizia: con poche nascite e molti vecchi l’economia italiana sarà ancor più povera nei prossimi decenni. [se l’economia italiana è sempre più povera è, in massima parte, a causa della corruzione e delle scelte scellerate compiute in materia di spesa pubblica – prassi condivisa da qualsiasi governo, di destra, centro e sinistra – non certo perché nascono pochi bambini. Anche perché i bambini di ieri, che oggi sono giovani adult@, sono tutt@ precari@! Sui vecchi cosa si suggerisce, le camere a gas? ]
Vedo però che, in parallelo, stanno aumentando sempre di più le persone con cani da compagnia. [io vedo ancora più persone con gli smartphone in mano anche al ristorante, posso pertanto trovare un nesso causa-effetto anche in questo caso?] È facile fare una passeggiata e incontrarne decine, più delle carrozzelle secondo me. [e allora? Perché si vuole fare dei cani un capro espiatorio per scelte che evidentemente l’articolista non condivide – ca..voli suoi, potremmo aggiungere tra l’altro, o siamo ancora al ‘fare i figli per la patria?’] Come i bambini i cani sono affettuosi, ricambiano le premure, hanno emozioni e fanno sentire all’uomo il «piacere» di avere un amico fedele. Ma perché scegliamo di allevare un cane anziché un figlio? Perché e dove facciamo queste scelte? [bene, adesso dì la tua, che poi ti dirò la mia, e non so perché, ma credo che le motivazioni non coincideranno].
Nel cervello di uomini e cani, al primo piano, c’è un «cervello da rettile» (vecchio di almeno 300 milioni di anni), con centri che regolano la sopravvivenza dell’individuo e della specie nella lotta per la vita (istinti, automatismi ). I piaceri, le emozioni, la memoria, i desideri si localizzano al secondo piano, in parti centrali del nostro cervello (mesencefalo). Ormoni e sostanze chimiche ben note (dopamina, serotonina, ossitocina, endorfine ) sono responsabili della sensazione di «piacere» e di benessere che ci danno la cioccolata, la musica, un profumo, un massaggio, ogni atto di amore fisico o psichico, una vittoria, un atto di generosità . Al terzo piano del nostro «cervello trino», in zone specifiche della corteccia, l’uomo, solo l’uomo, è dotato di linguaggio, di coscienza, di ragione, di intelletto, di pensiero rivolto anche al passato e al futuro. Qui – nella corteccia prefrontale in particolare – la mente valuta le informazioni che riceve dall’esterno e «dal basso» (emozioni, desideri, memoria), formula giudizi e sceglie come dobbiamo comportarci, come «essere Uomini». Usando la mia intelligenza, io posso scegliere di valorizzare il mio cervello da rettile, per cui ho «piacere» nel dominare sui più deboli,anche nel far loro violenza, con sadismo: Hitler aveva piacere nel programmare e attuare un genocidio! Posso scegliere le emozioni del secondo piano e mirare solo ai massimi «piaceri» per me, sempre in modo intelligente: godermi la vita, valorizzare gola, sesso, lusso, usare droghe per avere subito piaceri artificiali. Al giorno d’oggi il consumismo e un diffuso individualismo ci spingono a comportarci così: carpe diem… [allora, ho lasciato volutamente integro questo passaggio perché è davvero impagabile l’assurdità e la fallacia del ragionamento su esposto. Lasciando da parte il ‘cervello uno e trino’ (!)… Prima di tutto, gli esseri umani SONO animali! Forse gioverebbe all’autore, che toglie DIO dal trono per rimpiazzarlo con la sua laica versione IO, discostarsi da quella concezione cartesiana secondo cui uomo e animale fanno parte di quelle contrapposizioni di merito in cui uno dei termini del discorso – tutto quello che sta dalla parte umano, razionale, maschio, ecc.ecc. – è sempre SUPERIORE a quello che sta dall’altra parte. Le cose sono un po’ più complicate di così: 1 – gli umani sono animali, 2- gli umani sono PECULIARI tanto quanto gli altri animali – ogni specie è ‘speciale’ perché tutte sono diverse – 3- vari studiosi del comportamento animale hanno decostruito negli anni tutte quelle caratteristiche che – sempre seguendo quel ragionamento vecchio di 300 anni per cui l’uomo è DIVERSO, MIGLIORE, ecc.ecc. – lo renderebbero UNICO. Spiacenti informarla che non è così, e molte caratteristiche definite in termini esclusivamente umani – ad esempio nell’articolo, linguaggio, coscienza, ragione, intelletto, pensiero rivolto anche al passato e al futuro – sono possedute da molte specie animali, e non solo da quelli più simili a noi, come i primati. Senza contare poi che anche gli altri animali hanno caratteristiche UNICHE – tipo respirare sott’acqua, volare senza l’ausilio di strumenti – e non si capisce perché alcune caratteristiche – guardacaso, le nostre – dovrebbero essere migliori di altre. Tantopiù che la massima espressione dell’umana mente è perlopiù utilizzata, da secoli, per dominare altri esseri umani e altre specie, alla faccia dell’uomo simile agli angeli e blablabla!]
Oppure uso la mia intelligenza guardando al futuro in modo responsabile: e allora scelgo di avere come punto di riferimento non un Dio che giustifica ogni autorità («non c’è autorità se non da Dio: chi si oppone all’autorità, si oppone all’ordine stabilito da Dio», scrisse san Paolo), non il mio Io, il mio egoismo (me ne frego del futuro del mondo), ma il più piccolo Bambino di oggi che tra vent’anni giudicherà le nostre scelte politiche o familiari. [il più piccolo bambino di oggi non deve per forza uscire dal mio utero, se non lo desidero…può essere il bambino del mio vicino, quello del migrante che mi affanno ad incolpare di tutti i miei problemi, quello che nemmeno vedo e vive a migliaia di kilometri da me o che crepa su un barcone al quale il nostro glorioso stato impedisce di sbarcare]. Discorso troppo serio? Cosa c’entra con i cani? [qui per un attimo l’autore ha un barlume di consapevolezza, peccato si spenga immediatamente] Il cane è un animale superiore che, come il cavallo o il gatto, ha un cervello quasi come il mio (il 90% del suo Dna è uguale al mio!), cerca anche lui emozioni e relazioni, ha piacere a essere coccolato e allevato dall’uomo; soddisfa i miei bisogni di affetto e aumenta i livelli di ossitocina e dopamina al secondo piano del suo e del mio cervello. Se mi dà fastidio, un cane posso cambiarlo, mentre con un figlio ho un impegno ben diverso, un impegno di responsabilità verso il futuro dell’umanità . [cioè l’autore prima ci dice che condivide col cane il 90% del Dna, che è un essere affettuoso, intelligente, con emozioni e relazioni, e poi afferma “se mi dà fastidio un cane posso cambiarlo”! Ah, davvero? E’ questo il comportamento responsabile che si vuole stimolare nel lettore? A parte che chiunque ami i cani – o che possieda un briciolo di compassione e onestà intellettuale – risponderebbe che è un ragionamento totalmente scellerato, dovremmo perdipiù dedurne che chi non è nemmeno in grado di prendersi la responsabilità di non abbandonare un cane, una volta che si è scelto come compagno di vita – nessuno ci impone di adottarne, no? – potrebbe/dovrebbe quindi essere in grado di badare ad un bambino? Non fa una grinza!]
I bambini sono il simbolo concreto del nostro futuro. [Esatto, e in quanto simbolo non abbiamo bisogno che siano ‘nostri’… o il discorso vale per tutti i bambini, o per nessuno. Se sono solo i ‘nostri’ che contano allora il discorso è puramente egoistico, oltreché razzista.] E perché l’umanità migliori dobbiamo educarli a diventare cittadini responsabili. Con loro dobbiamo fare scelte razionali, con i più alti livelli di intelligenza, con vero amore. Lavorare per un mondo a misura di Bambino ci può dare «piaceri» non effimeri, profonda gioia, vera felicità, ma solo se considero ogni Bambino come «soggetto di diritto». Se lo considero «oggetto di proprietà», posso usare il mio cervello da rettile e maltrattarlo. Se lo considero solo un «oggetto di piacere», da coccolare e da viziare purché non mi dia fastidio, allora posso anche surrogarlo con un cane da compagnia . [non è proprio così. I cani, o gli altri animali ‘da compagnia’, proprio per la loro capacità di intessere relazioni e provare emozioni, stringono legami con noi. Legami a volte più autentici di quelli tra esseri umani, specie per le persone più sole, più povere, più abbandonate. Ma non sono surrogati di nulla. Chi ama un animale non umano lo ama per quel legame di affetto e amore che si può creare tra esseri di specie diverse. Le eventuali ‘mancanze’ degli altri esseri umani (familiari, amici) non si colmano in questa maniera, e l’amore per gli altri animali non entra in conflitto con l’amore per gli altri esseri umani.]
Concludendo: tante sono le cose che si possono dire di ‘ragionamenti’ come quelli esposti in un articolo del genere. Un articolo nazionalista e razzista – perché in un mondo sovrappopolato dove la maggioranza delle persone, anche bambin@, muore di stenti, dire che devono nascere più figli@ italian@ è vergognoso; magari si potrebbe suggerire più felicemente di rinunciare ai propri privilegi, in modo che i bambini che oggi già vivono una vita di privazioni possano avere un futuro. Un articolo sessista e in generale paternalista – le donne oggi scelgono di fare meno o nessun figlio? E’ una scelta legittima che va sempre rispettata – spiace turbare l’autore rendendogli noto che ci sono donne, come la sottoscritta, che hanno sempre provato amore per gli altri animali, fin da piccolissime, e nessuna attrazione per i bambin@ – e in ogni caso: se anche chi li desidera – uomini e donne – vi rinuncia non è per mancanza di responsabilità, anzi: è proprio per il senso di responsabilità che deriva dal fare i conti ogni giorno con una povertà sempre più difficile da affrontare, che si sceglie, anche in maniera assai sofferta, di non far nascere nuovi individui, che risulterebbero privati dalla nascita di reali prospettive e destinati a soffrire per questa situazione. Dulcis in fundo, un articolo specista e bugiardo – perché dire che non nascono i figli perché è più facile avere dei cani sminuisce i legami affettivi interspecifici, fomenta l’odio per gli altri animali, ed è una menzogna.
Che si continui pure a delirare sulla natalità zero in un mondo sovrappopolato e al collasso…chiedo solo un favore: con tutti i possibili colpevoli da additare (corruzione, clientelismo, spese militari, grandi opere inutili, disoccupazione, finanche l’autodeterminazione femminile che per alcuni individui evidentemente non dovrebbe esistere!)…non date la colpa di tutto ai cani!
D’accordo con te rho 🙂 Allora non mettiamoci a fare tutte queste retoriche…
Secondo me la logica di fondo è semplice: serve far figliare perchè serve qualcuno/a da sfruttare.
che poi dico,se il bambino diventa quell’adulto come si fa a non preferirgli un cane?
ciao Agnes, in realtà questo articolo è una summa di specismo, razzismo, atteggiamento paternalistico che lo rende davvero unico. Quella frase, più che farmi montare la scimmia è stato il punto nel quale l’autore, che ‘finge’ pacatezza nelle argomentazioni – che poi un tono pacato può nascondere grande violenza in ogni caso – si svela per quello che pensa davvero dei cani: e allora, o non crede a quello che ha detto poco prima (del 90% di dna condiviso, dei sentimenti, l’affetto che ci accomunano ai cani, ecc.ecc) o se ci crede, allora semplicemente non gliene frega niente. E cioè pur riconoscendo ai cani agency, emozioni e sentimenti, li tratta come ‘cose’ solamente perché, nella sua posizione di dominatore, può farlo. Ogni altro commento è superfluo!
“Se mi dà fastidio, un cane posso cambiarlo, mentre con un figlio ho un impegno ben diverso, un impegno di responsabilità verso il futuro dell’umanità .”
Al di là del fatto che, come ti ho già ripetuto in diverse sedi, condivido al 100% i contenuti di questi post e le tue scelte di vita, sarei curiosa di sapere quanto intento decostruttivo è partito subito dopo aver letto la frase che ho citato. Perché a me la scimmia è montata proprio qui.
grazie. soddisfazione per i commenti tuoi, nonostante lo scazzo di leggere tali baggianate…