Della campagna “Magnammece o Pesone” avevamo già parlato qui. Nell’ultimo periodo però, tutte le occupazioni – soprattutto a scopo abitativo, ma non solo – sono state oggetto di sgomberi o tentativi di sgombero. L’ultimo caso è quello del centro sociale “Banca Rotta”, che da anni denuncia il degrado dell’area di Bagnoli e che, nell’azione di maxi sequestro da parte della magistratura dell’area Italsider, è stato esso stesso messo sotto sequestro. Per questi motivi mercoledì 24 aprile, alle ore 17.30, davanti a Palazzo San Giacomo, Napoli, ci sarà un presidio contro le operazioni di sgombero. Ai/alle compagn@ napoletan@ va la nostra solidarietà e intanto ne condividiamo il comunicato:
Cambiano i governi, cambia solo la facciata! [presidio contro gli sgomberi delle occupazioni in atto a Napoli]
“La burocrazia e’ l’arte di rendere impossibile il possibile”.
(Javier Pascual)
Appello a tutta la popolazione napoletana ad intervenire al Presidio sotto Palazzo San Giacomo contro la decisione della prefettura e del comune di sgomberare le occupazioni in atto a Napoli, ed in particolar modo quelle a scopo abitativo. In questo momento di profonda crisi politica e di miseria economica, anche a Napoli è partita una campagna di occupazioni delle abitazioni lasciate abbandonate a marcire oppure in svendita dal Comune a privati, per batter cassa dopo anni di sprechi. Queste occupazioni mirano esplicitamente alla riconquista di quegli spazi e quella parte di reddito sottratti ormai alle popolazioni dopo vent’anni di immobilismo politico e di inciuci di palazzo.
Le istituzioni locali ormai prive di qualsiasi legittimità, ad oggi non possono permettersi di affermare di voler sgomberare quegli spazi che in questi anni sono stati riqualificati e resi fruibili dalla popolazione. Preferiscono piuttosto nascondersi dietro scuse di carattere tecnico-burocratico che li esonerano formalmente da qualsiasi responsabilità politica, facendo passare l’ennesimo atto di repressione e smembramento sociale come una scelta dovuta ed inevitabile. Se da una parte il comune asserisce di non voler sgomberare gli spazi, dall’altra parla più “democraticamente” di presunte inagibilità di palazzi e della necessità di uno sgombero immediato, magari non ad opera diretta del comune. Questo è quello che sta accadendo con Villa De Luca o alla nuova occupazione Belvedere ed è quello che è successo all’ex-asilo Filangieri non molto tempo fa con i vigili urbani. Queste istituzioni oggi parlano la lingua delle grandi intese e dei compromessi forzati. Descrivono scelte politicamente discutibili come decisioni irrimandabili, come è successo a Bagnoli in cui in una operazione della polizia sulla mancata bonifica ambientale è stato sequestrato anche l’unico spazio di ricostruzione sociale dell’area, cioè il Centro Sociale “Banca Rotta”, equiparando in questo modo quell’esperienza di rinnovamento sociale alla stregua di quegli affaristi senza scrupoli che hanno inquinato tutto il litorale di Bagnoli.
In questo momento abbiamo sempre più conferma che nella crisi economica in atto in Italia si stiano facendo avanti alleanze economico-politiche sempre più sofisticate, che puntano a reprimere la popolazione, impedirne il riscatto sociale e mirano a continuare a spremerne i portafogli. Un sistema tecnocratico in cui i politici sono subordinati agli interessi degli speculatori e degli affaristi, in cui la popolazione non ha più voce in capitolo se non nel momento di pagare le tasse per salvare le banche.
Oggi (non domani!) abbiamo bisogno di una casa dove poter vivere, di un reddito per poterci risollevare e di riprenderci quella dignità che da vent’anni hanno infangato agitando lo spauracchio della ingovernabilità e della instabilità finanziaria.