Traduzione de The bad faith of zoophobia, di K. Forkasiewicz.
La pubblicazione, data la lunghezza dell’articolo, sarà divisa in parti.
Grazie a Martina e Alice per aver condiviso con me l’impegnativo compito della traduzione!
Jean Paul Sartre, nella sua incisiva analisi dell’antisemitismo, solleva alcuni argomenti preziosi in riferimento alla costruzione dell’identità razzista come espressione di vita non autentica. Sia la persona che il concetto di ‘Ebreo’ servono all’antisemita come mezzi, al fine di sviluppare un meccanismo di difesa esistenziale radicato, per eccellenza, nella malafede. Quest’ultimo sceglie “la permanenza e impenetrabilità della pietra, la totale irresponsabilità di un guerriero che obbedisce ai propri capi – e non ha comandanti”(1).
L’antisemita è intrappolato in una condizione paradossale inconfessata. In effetti, ha disperatamente bisogno di ciò che più detesta, al punto che, se l’Ebreo non fosse esistito, “l’antisemita avrebbe dovuto inventarlo”(2). Un prodotto distorto dell’ideologia e del sentimento antisemita, l’Ebreo non è percepito nella sua realtà, per come è; è utilizzato in quanto pretesto, nulla di più. A quale fine, bisogna domandarsi? Leggi tutto “La malafede della zoofobia – parte I”