Articolo originale qui, traduzione di feminoska, revisione di frantic.
Sono una femminista bianca, e lasciate che vi dica una cosa: il femminismo bianco* è una bella merda. E’ escludente, oppressivo, ed è utile a marginalizzare ulteriormente le persone maggiormente oppresse dalla misoginia. Sfortunatamente, il femminismo bianco è anche lo status quo del femminismo occidentale, nel senso che le femministe bianche hanno accesso alle più importanti piattaforme, maggiore accesso alle risorse e ai media, e sono generalmente considerate la voce del femminismo. In teoria, chi fosse così sinceramente preoccupat* dell’eguaglianza userebbe questi vantaggi per amplificare la voce delle donne di colore. Nella pratica, la supremazia bianca è reale e le femministe bianche spesso sembrano dimenticare che il proprio privilegio bianco rende loro una passeggiata calpestare le donne di colore che lottano per smantellare il patriarcato.
Pertanto, in onore della giornata Internazionale delle Donne, ecco una lista non esaustiva delle stronzate che le femministe bianche devono evitare:
1. Credere che le proprie esperienze di marginalizzazione siano universali
Alle femministe bianche piace far finta di capire. Lo capiscono perché ci sono passate. Hanno sperimentato il sessismo. Hanno sperimentato la misoginia. Sono state superate in caso di promozioni, hanno fischiato loro dietro per strada, e hanno dovuto stare a sentire tipi noiosi alle feste – quelli che hanno bisogno di circa dieci anni del vostro tempo per spiegarvi quanto siano incredibilmente affascinanti. Queste donne bianche sono state nella trincea femminista per anni, e alla stregua di vostro nonno, oramai disilluso, hanno visto tutto. Capiscono l’oppressione di tutte le donne, chiaro?
Tranne che non è così. L’intersecarsi delle diverse forme di oppressione significa che le donne queer, razzializzate, disabili o trans sperimenteranno la misoginia in modi molto diversi (e spesso più letali) di quanto le donne bianche facciano. Affermare che, in quanto donna, comprendi perfettamente tutti i diversi modi attraverso i quali le donne sono emarginate non solo è terribilmente inesatto, è anche chiaramente ignorante. Solo perché non disponete del privilegio maschile non vuol dire che non siate orgogliose portatrici di tutta una serie di altri tipi di privilegio. E che vi piaccia o no, queste varie forme di privilegio determinano come le altre persone ti trattano. Le donne bianche non sono le uniche depositarie della donnità, e non devono spiegarla alle donne di colore. Fine della storia.
2. Lamentarsi di come siamo tutte nella stessa squadra
Altrimenti detto: «Perché sei così cattiva con me?»
Le femministe bianche hanno solitamente questa fantasia nella quale affrontiamo questa belva schiavista e gigantesca chiamata Il Patriarcato, e poi una volta portato a termine questo compito, tutto sarà magico e i problemi del mondo saranno risolti. Spiegano in maniera vaga che distruggendo il Patriarcato finirà anche il razzismo, la transfobia, l’omofobia e praticamente tutti gli altri soprusi sociali, ma non sembrano avere una idea chiara di come esattamente questo avverrà. Ma succederà! Lo dice la scienza.
Queste femministe sceglieranno cause specifiche da sostenere – spesso quelle delle quali beneficiano maggiormente donne etero, bianche, cisgender – ed esiteranno, se qualcuno le metterà in discussione sul perché ignorino altri tipi di marginalizzazione che hanno un impatto maggiore, ad esempio, sulle donne di colore o transessuali. Ma siamo tutte nella stessa squadra, twitteranno freneticamente. Pensavo fossi dalla mia parte. Siamo tutte donne, no? Il sottotesto è: devi aiutarmi ora con le cose che mi danneggiano direttamente, e poi forse un giorno ti aiuterò. Non sembrano mai chiedersi perché sono sempre loro che decidono i confini tra “le parti”, o perché sono sempre loro a decidere chi è in che squadra.
3. Disquisire di Hijabs (o burqa, o dell’aborto selettivo, o qualsiasi altra cosa, in realtà)
Davvero: Voglio solo vedere tutte le femministe bianche farsi da parte quando si parla di hijab. E’ incredibile come queste donne parlino di libera scelta quando si tratta di gravidanza, ma poi diano di matto quando una donna decide di coprirsi i capelli.
Sentite, ho capito. Pensate che queste donne siano oppresse, anche quando molto gentilmente e pazientemente vi spiegano che non lo sono. Ma voi lo sapete meglio di loro, giusto? Perché vi siete liberate dall’oppressione di … qualcosa? Pensate che la loro cultura o religione le stia costringendo a fare qualcosa che in realtà non vogliono, e se la pensano in modo diverso, beh, è solo la loro misoginia interiorizzata a parlare. Donne bianche: non siete davvero più illuminate di chiunque altr*. Smettetela di parlare. Andate a dormire.
Inoltre, spiegatemi esattamente come, dire ad una donna che non dovrebbe indossare uno specifico articolo di abbigliamento sia “autodeterminazione”. Mi pare che limitare le scelte delle donne sia l’opposto del femminismo.
4. Essere convinte che tutte le sex worker siano disgraziate infelici che odiano le proprie vite
Questo non è in realtà specifico delle donne bianche, ma lo includerò perché ho visto un sacco di femministe bianche tirare fuori questa merda, che francamente è spazzatura.
Cioè, questo è letteralmente quello che state dicendo: “Credo che le donne abbiano capacità di decidere per sé stesse e siano in grado di prendere decisioni sulle loro vite, tranne quando si tratta di lavoro sessuale, a quel punto devo supporre che o qualcun* le stia sfruttando o che siano traditrici di genere autolesioniste, a cui importa solamente dello sguardo maschile.”
Dunque, solo per essere chiare, pensate che le donne siano in grado di fare delle scelte, tranne quando si tratta di una scelta con la quale siete in disaccordo, a quel punto siete decisamente sicure che si tratti di coercizione. Siete anche convinte che le sex worker debbano essere “salvate”, anche se sono contente di quello che fanno. Preferireste vedere le donne messe ulteriormente ai margini da leggi anti-prostituzione, piuttosto che trovare il modo di provvedere alla sicurezza delle sex worker. Anche in questo caso, mi spiegate in che modo questo si configuri come un atteggiamento pro-donna?
5. Sostenere che tutte le altre forme di oppressione sono finite e che abbiamo bisogno di concentrarci sulle donne
ARQUETTE TI STO GUARDANDO.
Sentite, so che il suo discorso in occasione degli Oscar è stato criticato e analizzato a morte, perciò non mi dilungherò troppo su questo punto, ma – che diamine, dai! Prima di tutto, affermare che abbiamo bisogno che “tutte le persone omosessuali e le persone di colore per le quali tutte abbiamo lottato, combattano per noi ora” insinua in qualche modo che nessuna di quelle persone omosessuali o di colore fosse donna, no? In secondo luogo, davvero, leggi un libro o informati in altro modo, perché il razzismo e l’omofobia e la transfobia sono tutt’altro che finiti. Terzo, sei una donna bianca che ha beneficiato di un enorme privilegio nel corso della sua intera vita. Non puoi dire agli altri gruppi marginalizzati cosa fare.
So che le sue osservazioni erano ben intenzionate. Lo capisco. Ma proprio questo costituisce gran parte del problema – le femministe bianche lanciano merdate di questo tipo a casaccio, quindi si sentono offese quando vengono criticate, e si ritorna direttamente al punto 2 di questa lista. Trattenete il vostro privilegio per un interminabile secondo, e smettetela di blaterare su come tutt* siano cattiv* quando vi fanno notare le vostre cazzate.
Femministe bianche: questo è un invito a piantarla con le stronzate. Il senso dell’uguaglianza non è quello di arrivare in cima con le unghie e coi denti, in modo da poter trattare le altre persone tanto male quanto hanno trattato voi dei tizi bianchi – abbiamo bisogno di sostenerci l’un l’altr*, amplificare le rispettive voci, e magari lasciare che qualcun’altr* ci dica se ci è permesso di stare nella loro squadra. Perché, come dice Flavia Dzodan, se il femminismo non è intersezionale, allora mi dispiace, ma è una stronzata totale.
* Con “femminismo bianco” intendo una certa tipologia di donne bianche etero, cisgender e normodotate, convinte che il loro “femminismo” sia migliore e più “autentico” di quello di chiunque altr*