Deconstructing quello (il giornalista) che ci prova

Formaggio provolone
Formaggio provolone

 Premessa: chiariamo bene che cos’è “La Nuova Sardegna”.

La Nuova Sardegna è il più diffuso quotidiano del nord Sardegna, fondato nel 1891 a Sassari da Giuseppe Castiglia ed Enrico Berlinguer, nonno dell’omonimo ex segretario del PCI.
Oltre che a Sassari ha redazioni a Cagliari, Nuoro, Olbia e Oristano e uffici di corrispondenza ad Alghero e Tempio Pausania.
Dal 1980 fa parte del Gruppo Editoriale L’Espresso.

Così Wikipedia. Quindi: parliamo di un giornale che esiste da più di un secolo e con i suoi bei nomi nella storia da mettere in vetrina. Non proprio carta straccia.
Poi dice che sono io che ce l’ho con i giornalisti. E’ vero, ma è molto riduttivo: perché se esce un articolo come questo sul sito di un quotidiano come La Nuova Sardegna, vuol dire non solo che il giornalista, ma anche il suo caposervizio, il caporedattore, il vice e il direttore non hanno idea di cosa sia il linguaggio sessista, di cosa vuol dire una cultura sessista, di cosa sia il minimo rispetto per le questioni di genere. E neanche chi si occupa – ammesso che lo faccia qualcuno – di mettere questi articoli nel loro sito. Sentite qua che meraviglia.

Ci prova con l’amica: condannato per violenza

[Ci prova con l’amica a me fa incazzare anche se solo sentito, figuriamoci come titolo di giornale. Ci prova è l’esatta espressione di un sessismo ormai abitudinario, arrivato a considerare le persone, specialmente le donne, attrezzi, strumenti, aggeggi da testare per vedere se fanno al caso nostro.]
A un cinquantenne di Ossi inflitti un anno e 4 mesi e 8mila euro di provvisionale. Aveva cercato di baciare la donna, prendendole una mano e portandosela alle parti intime [complimenti per la logica: provi a farti baciare da qualcuna forzandola a toccarti il pacco? Non c’è qualcosa che non va in questo sottotitolo? Non manca qualcosa? Ricordate anche questo, per ora: nel sottotitolo lei è la donna]

di Luigi Soriga [abbiamo il nome, casomai servisse un altro articolo del genere sappiamo a chi chiederlo]

SASSARI. Ci ha provato, gli è andata male [complimenti: le prime sette parole sono un giudizio sulla vicenda. Lui è stato sfortunato. Gli hanno dato galera e multa per sfortuna. Poverino, “ritenta, sarai più fortunato”], e ora si è beccato [si è beccato; ambisce al Pulitzer, il Soriga] un anno e quattro mesi di reclusione e una provvisionale di 8mila 500 euro. Mai si sarebbe aspettato di pagare uno scontrino [uno scontrino? Ma che linguaggio è?] così salato per le avance nei confronti di una sua parente [e chi se lo aspetterebbe? Normalmente per le avance nei confronti di una parente c’è un premio, no? Intanto, da donna è diventata parente]. Certo, il suo approccio non era stato dei più romantici [AH AH AH, che ridere]. Prima ha tentato un bacio, e lei ha girato la faccia dall’altra parte. Poi ha afferrato la mano della donna [è tornata donna] e l’ha portata sui suoi pantaloni, all’altezza delle parti intime. Lei si è divincolata, lo ha respinto, ha urlato. Al macho maldestro [notate, maldestro: se ne sottolinea la scarsa perizia, non la violenza o lo spregio totale della considerazione per l’altra persona, no: è maldestro, è buffo, fa ridere] non è rimasto che andare via con la coda tra le gambe. Forse sul momento non ha realizzato, ma quell’approccio sconsiderato per la legge si configura a tutti gli effetti come un reato sessuale [ma guarda un po’ cosa capita ai maldestri!]. La storia accade a Ossi, è il ferragosto del 2010. Lui è un autista di bus, sulla cinquantina. Lei è molto più giovane [e tanto vi deve bastare, lei non lavora, non è nulla, è solo molto più giovane]. I due sono cugini di secondo grado, tra loro c’è confidenza, tanto che la donna, in crisi con il marito, chiama l’amico per raccontare i suoi problemi coniugali. Parlano a lungo, lui le dice che il marito non la merita, che dovrebbe lasciarlo, e tra i due scatta un abbraccio affettuoso. A quel punto nella testa dell’uomo si accende la scintilla sbagliata [ricordatevi, è sempre la scintilla, lo scatto, il clic. Non c’è una cultura patriarcale, sessista, no no, è che tutti i maschi girano con una bomba nel cervello. Sono tutti bravi ragazzi]. Forse è convinto che la donna provi attrazione nei suoi confronti [notate: lui si convince che lei abbia qualcosa, lui continua a essere normale anche se ha la scintilla sbagliata], e ci prova con decisione. Si becca un due di picche clamoroso [“bella rigà, se vedemio àaa redazzione, c’ho da scrive de un due de picche clamoroso, anàca”] e viene cacciato di casa. Però si rende conto che la sua amica [già donna, poi parente, adesso è la sua amica] è molto scossa, e visto che il marito stava per rientrare in casa, lui gli va incontro e lo invita a bere qualcosa al bar. Quando poi rientra a casa la moglie si è calmata, e lui non si rende conto di nulla [notate: la mano sul pacco è causata da la scintilla sbagliata, ma l’acume e la premeditazione necessarie per l’accorta condotta, a evitare che il marito sappia subito tutto, non viene sottolineata. La scintilla dello stronzo non esiste]. La denuncia ai carabinieri non viene presentata subito. Solo che poi l’episodio non scivola sulla donna come se niente fosse. Lei ha un carattere fragile [il giornalista è anche perito psichiatra, e sentenzia che lei denuncia perchè è fragile, mica perché quel gesto è da denuncia, no no], comincia ad accusare un disagio psicofisico, stati d’ansia, insonnia. Un’altra donna magari avrebbe liquidato l’episodio con uno schiaffone e una valanga di insulti [le donne con le palle, vero Soriga? Invece questa ha un carattere fragile, sono quelle così che denunciano, poverette, basterebbe uno schiaffone, no? Soriga le sa tutte, facciamolo ministro per le Pari Opportunità]. Lei invece tiene dentro per un po’, dopodiché esplode. Prima si confida con una zia, poi con un po’ di titubanza, racconta tutto anche al marito. Lui la convince a presentare subito denuncia [lui la convince, che eroe, lei è così fragile]. E il 6 settembre la donna si presenta dai carabinieri di Ossi. I problemi psicologici vanno avanti nei mesi successivi, e lei si rivolge al proprio medico di base. Lui certifica, testuale: «Affetta da tentata violenza sessuale». Comincia anche il processo in tribunale e ieri il pm Giovanni Porcheddu è partito dalla pena di due anni, l’ha ammorbidita con le attenuanti generiche e la minor gravità per non aver consumato l’atto [devo commentare? No, vero?], e ha chiesto 1 anno e 4 mesi. L’avvocato di parte civile, Maria Francesca Lorusso, nella sua arringa ha ripercorso tutta la vicenda e ha chiesto la condanna dell’imputato. Il legale della difesa, Caterina Mureddu, invece ha chiesto la piena assoluzione perché il fatto non sussiste [qui il nostro giornalista non se la sente di dire la sua. E’ psichiatra, è giovanile, conosce donne che avrebbero dato sberle, ma su il fatto non sussiste non ha nulla da dire. Ancora complimenti]. Alla fine il giudice Marina Capitta, che presiede il collegio, ha deciso di confermare le richieste del pm. La tentata violenza sessuale [su donna giovane e fragile, mi raccomando] si paga cara: 1 anno e 4 mesi (con la condizionale perché incensurato), 8mila e 500 euro da corrispondere subito più l’ulteriore risarcimento da stabilire in sede civile.

Qui, per come la vedo io quello che ci prova è il giornalista. Prova a minimizzare, prova a scusare il colpevole, prova a far apparire lei come una mezza deficiente, prova a ridere di tutto. Ma no, non è vero, sono io che ho un problema, sono io che vedo (e leggo) una cultura sessista.

4 risposte a “Deconstructing quello (il giornalista) che ci prova”

  1. Viviamo in un paese maschilista e sessista, la colpa è sempre della donna che indossa gonne troppo corte, o troppo trucco e sopprattutto, che PENSA! Bel post, un abbraccio Palma.

  2. Complimenti per il post ben pensato e ben scritto. Purtroppo quello della de-costruzione degli articoli (e delle splendide foto che spesso li accompagnano) andrebbe fatto praticamente tutti i giorni. Il giornalista in questione dovrebbe essere denunciato all’ordine. Ma possibile che esista un ordine dei giornalisti e poi uno deve leggere ‘ste porcate? allora avere un ordine a che serve? Ma se divento giornalista posso scrivere qualsiasi porcata?

  3. Qui siamo alla normalizzazione della violenza sessuale. Quel Soriga è da denuncia. E’ normale che una donna la subisca? Se se la prende allora è fragile. E’ normale che un uomo violenti una donna.Stiamo scherzando??? in un giornale??? questo è scandaloso! Un articolo che parla di come non sia giusto che un tentato stupro venga punito???

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