Se hai dovuto fare coming out più di una volta con la stessa persona, potresti essere bisessuale.
Se il tuo orientamento sessuale è quanto basta agli altri per poter dare per scontata la tua promiscuità, potresti essere bisessuale.
Se la tua reazione alla quantità assolutamente scarsa di attenzione che riceve la comunità trans dalle organizzazioni “lgbt” mainstream è disgusto… seguito da gelosia perché tu non hai nemmeno quella, potresti essere bisessuale. Se invece la tua reazione è disgusto e rabbia perché si prende in considerazione soltanto metà della tua identità, potresti essere bisessuale. E trans.
Se media, attivisti e via dicendo pensano che la migliore maniera di categorizzare l’arcobaleno sia di nominare tutte le parti di esso meno la tua, potresti essere bisessuale.
Se la locuzione “gay, lesbiche, trans” alle tue orecchie arriva come “gay di sicuro, lesbiche forse, trans solo formalmente… e io non esisto” potresti essere bisessuale.
Se ogni volta che presenti un/a nuovo/a partner agli amici devi ripetere che la tua sessualità è sempre quella di prima, potresti essere bisessuale.
Se chiunque pensa di poter definire la tua sessualità meglio di te, potresti essere bisessuale.
Se sei sottoposto/a all’accusa di essere velato/a nonostante tu faccia una quantità spropositata di coming out al giorno o addirittura nonostante tu sia attivista, potresti essere bisessuale.
Se il tuo superpotere è l’invisibilità ed è così potente da estendersi ad ogni eventuale rappresentazione artistica e mediatica della tua comunità, potresti essere bisessuale.
Se hai perso più amici gay e lesbiche che etero quando ti sei dichiarato/a, potresti essere bisessuale.
Se tu non sei gay o lesbica ma il/la tua partner sì, potresti essere bisessuale.
Se qualcuno pensa che il tuo orientamento sessuale vada di moda – la discriminazione è trendy? – potresti essere bisessuale.
Se fai volontariato per la tua comunità e gli altri ti ringraziano per essere un alleato/a (invece che parte integrante della comunità), potresti essere bisessuale.
Se ti cascano le braccia ogni volta che un attivista gay si lamenta della lunghezza della sigla LGBTQIA (perché tanto la sua appartenenza ad essa non è mai stata messa in dubbio), potresti essere bisessuale.
Se la tua identità è stata considerata “una fase” da qualcuno che quando hai fatto coming out era ancora uno zigote, potresti essere bisessuale.
Se sei una figura storica, letteraria, politica, sociale estremamente famosa e ultradichiarata e tuttavia gli altri continuano lo stesso a usare la definizione sbagliata, potresti essere bisessuale.
Se sei la persona più monogama del globo terracqueo eppure chiunque ti vede come potenziale cornificatrice, potresti essere bisessuale.
Se sei poliamoroso/a e non hai voglia di definire il tuo orientamento sessuale per non correre il rischio di confermare uno stereotipo, potresti essere bisessuale.
Se ti identifichi come gay o lesbica per non dover dare spiegazioni in giro, potresti essere bisessuale.
Se sei perverso/a e polimorfo/a, potresti essere bisessuale.
Se non ti senti a tuo agio né nella comunità gay né in quella etero, potresti essere bisessuale.
Se gli altri ti vedono come “metà qualcosa” e “metà qualcos’altro” ma tu ti senti tutto/a intero/a, potresti decisamente essere bisessuale.