Su Fabri Fibra si è già detto abbastanza e di cavolate ne sono state sparate tante, si è urlato alla censura quando non ve ne era, e si è additato un femminismo italiano che non esiste dato che in Italia ci sono tanti femminismi. E’ da queste “piccole cose” che si nota l’inconsistenza di alcune notizie. Ma andiamo oltre. In questi giorni, tra i vari botta e risposta, ho notato che si è perso di vista un punto fondamentale della questione, ovvero la scelta degli/lle organizzatori/trici del concerto del primo maggio.
Che Fibra non partecipi più a me non cambia molto, dato che il punto resta: perché lo avete invitato? La scusa che non sapevate che fosse sessista non regge, basta ascoltare una sua canzone a caso, quindi, ripeto, perché lo avete scelto? Il concerto del primo maggio dovrebbe avere una valenza politica, dico dovrebbe perché è palese che l’abbia persa un bel po’ di anni or sono.
La funzione di questo concerto era quella di denunciare le discriminazioni sul posto di lavoro, lo stato di sfruttamento in cui siamo immersi fino al collo, le condizioni allucinanti della precarietà, ed etc. Questa giornata aveva lo scopo di dare voce ai/alle lovaratori/trici e tra le varie discriminazioni che troviamo e possiamo elencare ci sono quelle legate al genere. La lotta di classe non può essere slegata a quella contro il sessismo. Sul posto di lavoro io non solo sono sfruttata come tutt@ noi ma sono anche discriminata in quanto donna, e se sono migrante si aggiunge l’elemento razzista. L’intersezionalità è una chiave di lettura utile anche in questo caso, in quanto ci aiuta a valutare a pieno le violenze che subiamo in quanto soggetti che racchiudono in sé più caratteristiche allo stesso tempo (caratteristiche che ci inscrivono in quelle fasce considerate deboli o minoritarie bersaglio delle più svariate discriminazioni).
Vorrei capire, quindi, perché ad un concerto che si dichiara per i/le lavoratori/trici si decide di invitare un cantante che non si può dire avere a cuore le questioni di genere. Il punto è importante perché il problema non è Fibra che scrive cazzate sessiste, e in questo è solo uno dei tanti, né più né meno, ma chi lo contatta, chi lo ascolta, chi lo aiuta a veicolare un’immagine da ‘autore impegnato’ che sinceramente stiamo ancora a chiederci dov’è.
Puntare il dito contro Fibra vuol dire non vedere cosa vi è dietro. E’ comodo, è come quando si punta il dito contro il politico sessista di turno e non ci si accorge che è tutto il baraccone dietro che è sessista. Smettiamola di non voler guardare al reale problema: il sessismo è ovunque e non basta, non dovrebbe bastarci, che Fibra non partecipi ad un concerto, ma capire perché l’organizzazione abbia scelto lui, almeno in prima battuta.
Volete sapere cosa penso? Che il fatto che non partecipi abbia più accheffare con una scelta di marketing che con una reale scelta politica, e che se nessun@ avesse alzato la voce Fibra sarebbe lì, come tant@ altr@ che fanno meno rumore. A me dei contentini non frega nulla e come da anni faccio, anche quest’anno non guarderò un concerto che non ha più nulla di politico, ma è soltanto una gran macchina da soldi o da marketing, ed è forse questa la cosa che mi sta più di tutto sulle ovaie.