Il pezzo di cui parleremo oggi è vecchio di due anni, ma il vizio di parlare in maniera distorta e poco chiara delle “teorie” che ci sono avverse è molto diffuso e sempre attuale – ed è molto istruttivo vederlo all’opera. Quindi vi prego di prendere questo “deconstructing” come una sorta di esempio di un uso distorto della categoria di ideologia per mettere in cattiva luce quello che si pensa essere il discorso altrui – facendo in modo che non si parli della propria, di ideologia. Questo continua ad accadere.
Che la Gender Theory possa essere piena di sfaccettature diverse mi pare ovvio, e per fortuna che è così. Ovvio come il fatto che deve ancora fare molta strada prima di affermarsi come un “normale” oggetto di studio come tante altre teorie, nell’università, nella scuola, nei media e nell’opinione pubblica. Rimane il fatto che per ora, in giro si leggono molte sciocchezze sugli studi di genere. Tra queste si distinguono le parole come quelle di Tony Anatrella (non è uno pseudonimo, è proprio il suo nome e guardate un po’ che curriculum), che dalla Francia si sente di rispondere a questa escalation (?) di presenza della Gender Theory. Il pezzo del nostro Tony è dunque qui a chiarire cos’è una ideologia totalitaria. Parliamone.
La provocazione [attenzione attenzione: l’Avvenire provoca. Tutti abbiamo bisogno di clic, eh?]
E dopo Marx venne il «gender» [e già questo è un titolo da manuale]
[Avvertenza: dovete arrivare in fondo a questo primo paragrafo senza ridere. Capito? Se ridete, dovete ricominciare. Non barate: io non vi vedo, ma l’ideologia totalitaria sì.]
La teoria del genere è la nuova ideologia alla quale fanno chiaramente riferimento l’Onu e le sue varie agenzie, in particolare l’Oms, l’Unesco e la Commissione su Popolazione e Sviluppo. [L’attacco di un articolo è fondamentale. Notate come in trenta parole si sia dipinto un mondo di complotto e fantasia degno di saghe nordiche e fantascienze. La Gender Theory (da adesso uso la sigla GT) è una ideologia – parola che ormai ha solo connotati negativi, grazie al berlusconismo – ed è chiaramente il panorama teorico al quale fanno riferimento grandi organizzazioni internazionali potenti e irraggiungibili – le eterne colpevoli di tutto da quando c’è M5S.] Essa è inoltre diventata il quadro di pensiero della Commissione di Bruxelles, del Parlamento europeo e dei vari Paesi membri dell’Unione Europea, ispirando i legislatori di quei Paesi che creano numerosissime leggi concernenti la ridefinizione della coppia, del matrimonio, della filiazione e dei rapporti tra uomini e donne segnatamente in nome del concetto di parità e degli orientamenti sessuali. [La GT ispira i legislatori che fanno numerosissime leggi: manco Vladimir Luxuria si permette dei sogni così erotici. E tutto questo male oscuro lo fanno in nome del concetto di parità e degli orientamenti sessuali – che orrore, eh? Non son cose da farci leggi, queste, vanno lasciate al ghetto, al rifiuto, all’esclusione, al non-visto, no?]
Essa succede all’ideologia marxista [succede, viene proprio dopo, in mezzo non c’è nient’altro, chiaro?], ed è al contempo più oppressiva e più perniciosa [e te pareva] poiché si presenta all’insegna della liberazione soggettiva da costrizioni ingiuste [come il marxismo e tutte le religioni], del riconoscimento della libertà di ciascuno [come il marxismo e tutte le religioni] e dell’uguaglianza di tutti davanti alla legge [come il marxismo e tutte le religioni – adesso che ci penso, anche il mio essere romanista è ispirato a questi valori]. Tutti valori sui quali sarebbe difficile esprimere un disaccordo [appunto]. A questo punto si rende necessario sapere se quei termini rivestano lo stesso significato che già conosciamo o se non servano, invece, a mascherare una concezione diversa che sta per essere imposta alla popolazione senza che i cittadini siano consapevoli di ciò che rappresenta [capito il complotto? Le grandi organizzazioni internazionali mascherano i loro sordidi scopi con parole e concetti che è impossibile rifiutare. Tipo il Vaticano, insomma. Ops].
Che cosa dice la teoria del genere? Questa ideologia pretende che il sesso biologico vada dissociato dalla sua dimensione culturale [non lo pretende, perché è così], ossia dall’identità di genere, che si declina al maschile o al femminile e persino in un genere neutro [?] nel quale si fa rientrare ogni sorta di orientamento sessuale [allora non è un genere neutro, scusi eh], al fine di meglio affermare l’uguaglianza tra gli uomini e le donne [perché, non è così?] e di promuovere le diverse “identità” sessuali [promuovere? La GT non deve mica vendere niente, eh, tipo promesse dell’aldilà o perdono per ogni peccato, tanto per fare esempi. Si tratta di constatare finalmente quello che è successo da sempre]. Dunque il genere maschile o femminile non si iscriverebbe più nella continuità del sesso biologico poiché essa [essa chi? Fate vobis] non gli è intrinseca, ma sarebbe semplicemente la conseguenza di una costruzione culturale e sociale [e come potrebbe essere intrinseca? Intrinseca vorrebbe dire innata? Ancora con l’innatismo? C’abbiamo il gene dell’identità di genere? Allora, secondo Anatrella, l’omosessualità è una malattia genetica. Interessante. Ne sanno una più del diavolo – ma dopotutto l’hanno inventato loro].
In nome della bisessualità psichica, si sostiene che l’uomo e la donna hanno ciascuno una parte maschile e una femminile: il sesso biologico dunque non obbliga, né quanto allo sviluppo psicologico né per l’organizzazione della vita sociale [mi permetterei solo di dire che è un pochino più complesso di così. Ma giusto un pochino]. Al sesso maschile e a quello femminile si privilegia l’asessualità o l’unisessualità [perché si privilegia? Chi ha detto – se non tu, Anatrella – che la GT mette qualcosa avanti ad altre cose? Non mi risulta da nessuna parte che la GT dica che ci siano orientamenti sessuali “migliori” di altri]. Così un politico donna, allieva di Simone de Beauvoir, afferma che “i mestieri non hanno sesso” [e non è vero? Quali sono i mestieri che ce l’hanno? Perché non fa un esempio?], mentre altri, favorevoli all’organizzazione sociale degli orientamenti sessuali [che cosa vuol dire questa frase? Perché dare per scontato che tutti ne capiscano il senso, se ne ha uno? Cos’è l’organizzazione sociale degli orientamenti sessuali?], sostengono che “l’amore” non dipende dall’attrazione tra l’uomo e la donna poiché esistono altre forme di attrazioni sentimentali e sessuali [invece lei, Anatrella, sa da cosa dipende “l’amore”? E perché tra virgolette, cosa voleva dire? E dov’è scritto che l’esistenza di altre forme di attrazioni sentimentali e sessuali neghi l’esistenza di quella tra l’uomo e la donna (eterosessuali, immagino)? Anatrella, perché non mette un link, un riferimento, un nome, un titolo?].
Tali sofismi appaiono evidenti [che siano tali lo dice solo lei, e se lo fa “senza addurre motivazioni plausibili” (cit.), allora il sofisma è il suo, Anatrella caro] e sono ripresi con facilità dai media che apprezzano il pensiero ridotto a cliché [uh, guardi, è tutto un parlare di GT sui media, sì sì]. Tutto viene messo sullo stesso piano: le singolarità sessuali marginali – che sono sempre esistite – devono essere riconosciute allo stesso titolo della condizione comune e generale dell’attrazione tra uomo e donna [ah no? Allora devono morì, solo perché sono quantitativamente non rilevanti, sempre secondo i suoi criteri? Interessante. C’è stato un lungo periodo nel quale i cristiani erano singolarità marginali, e contro di loro si diceva più o meno quello che dice lei adesso. C’ha fatto caso?]. Non è tollerato alcun discernimento, la psicologia maschile si confonde con quella femminile e si attribuiscono le stesse caratteristiche a tutte le forme di attrazione sentimentale mentre dal punto di vista psicologico non sono in gioco le stesse strutture psichiche [notate: tre riferimenti alla psicologia senza definire niente, senza riferirsi a nulla, senza sostanziare con qualche dato le proprie asserzioni. Tutto l’articolo è costruito così, per scienza infusa di Anatrella. Il metodo della Bibbia, insomma: io dico che è così, e basta].
In altre parole, la società non deve più organizzarsi attorno alla differenza sessuale [non ci provare Anatrella, il problema è che un genere opprime gli altri, non quanti ce ne sono], ma deve riconoscere tutti gli orientamenti sessuali come altrettante possibilità di dare diritto alla plurisessualità degli esseri umani che nel corso dei secoli è stata limitata dall’“eterosessismo” [aridàje: non è stata limitata, è stata oppressa. I non eterosessuali “normali” sono stati perseguitati sempre e ovunque]. Bisogna dunque denunciare questa ingiustizia e decostruire tutte le categorie che ci hanno portato a tale oppressione [oppressione lo devi dire all’inizio, non alla fine, che fai, ce provi?].
L’uomo e la donna non esistono [EH?], è l’essere umano a dover essere riconosciuto prima ancora della sua particolarità nel corpo sessuato [prima dove, scusi? E soprattutto quando? Una volta nato il sesso ce l’ho, i problemi vengono dopo. O è la nota tattica cattolica di far nascere i problemi dove l’uomo non può arrivare, così ci pensa diopadre? E adesso i sofismi chi li fa, Anatrella?]. Sarebbe troppo lungo descrivere le diverse origini di questa corrente di idee partita innanzitutto dai medici che seguono casi di transessualismo, dagli psicanalisti culturalisti americani e dai linguisti che hanno studiato il linguaggio (gender studies) per farne emergere le discriminazioni nei confronti del genere femminile e degli stati intersessuati, per esempio per la concordanza del plurale in cui il maschile prevale sul femminile [e certo, è tutto lì: i medici che seguono casi di transessualismo alla fine si occupano di morfologia]. Fu riciclata [uh, vedi, è ecologica] da sociologi canadesi e ripensata in Francia da diversi filosofi prima di essere recuperata [sempre dalla stessa discarica], nuovamente negli Stati Uniti, dai movimenti lesbici alle origini del femminismo intransigente [il femminismo intransigente, mica quello di certe mollaccione] e ripresa poi dai movimenti omosessuali. La teoria del Genere [che adesso ha la maiuscola, prima no] tornò in Europa così trasformata [quante cose con una bottiglia di plastica, eh?]. In realtà si tratta di una sistemazione concettuale che non ha nulla a che vedere con la scienza: è a malapena un’opinione [mica come le teorie morali del cattolicesimo eh, mica come la religione. Quelle mica sono opinioni, è la parola di diopadre, oh. Il prete che difende la scienza è sempre fonte di stupore, che in primo luogo dovrebbe prendere se stesso, ma lasciam perdere].
Questo diventa inquietante nella misura in cui la maggior parte dei responsabili politici finisce per aderirvi senza conoscerne i fondamenti e le critiche che sono autoevidenti [ah, ecco. Contro il Vaticano, il cattolicesimo e le loro assurdità morali e bassezze immorali non bastano le prove schiaccianti, mentre le critiche alla GT sono autoevidenti. Complimenti]. I rapporti tra uomini e donne vengono presentati attraverso le categorie di dominante/dominato, della società patriarcale e dell’onniviolenza dell’uomo di cui la donna deve imparare a diffidare [mamma mia che assurdità, eh? Sono cose proprio campate in aria, se lo dice uno che ha la divisa di quelli che facevano bruciare le streghe, nutrendo la cultura della “donna diabolica tentatrice dell’uomo”, responsabile di tutto ciò che è irrazionale].
Da moltissimo tempo non siamo più in una società patriarcale [no no, non vi preoccupate, è un’impressione che esista il patriarcato, è finito secoli fa, certo, come la storia della Terra che era piatta – ops] ma, come sostiene la Chiesa, dobbiamo continuare a incamminarci verso una società fondata sulla coppia formata da un uomo e una donna impegnati pubblicamente in un’alleanza [alleanza i cui termini attualmente sono: io comando e tu servi, come ben teorizzato da Costanza Miriano, per esempio], segno che devono svilupparsi in questa autenticità. Da parecchi anni questa teoria [quale? Ma possiamo ripetere il soggetto, ogni tanto? O è roba alla Joyce?] viene insegnata in Francia all’università e, a partire dall’anno scolastico 2011-2012, sarà insegnata anche al liceo nei programmi di Scienze della vita e della terra delle classi prime. In nome di quali principi il Ministero dell’Educazione nazionale ha preso questa decisione e in seguito a quale forma di consultazione? [Perché, dovevano chiedere il permesso a te? Alla Chiesa?]
Non lo sa nessuno [in realtà c’è il sito del ministero francese, ovviamente, dove si possono leggere le intenzioni della riforma scolastica e capire la realtà e non la fantascienza di Anatrella]. Succede sempre così con le ideologie totalitarie, e ora con la teoria del genere [capito? La GT fa parte delle ideologia totalitarie come il nazismo, lo stalinismo, il fascismo, la dittatura di Dionigi di Siracusa]. Viene imposta ai cittadini senza che questi se ne rendano conto [sì, vi sta dicendo che siete una massa di deficienti] e si accorgano che decisioni legislative vengono prese in nome di quest’ideologia senza che, a quanto pare, sia esplicitamente spiegato [come la religione insomma; ve l’hanno spiegato perché vi battezzano? Perché da bambini fate comunione e cresima? Queste non sono cose imposte ai cittadini senza che questi se ne rendano conto? No?]. Ciò è particolarmente significativo in una parità contabile tra uomini e donne – che non significa uguaglianza -, nel matrimonio tra persone dello stesso sesso con l’adozione di bambini in tale contesto [e te pareva che non veniva fuori il fantasma della coppia gay che alleva un bambino], e nelle misure repressive che accompagnano questa corrente di idee [avete letto bene, misure repressive, tipo che ne so: l’Inquisizione, l’Indice dei libri proibiti, cose così ] che, in nome della non-discriminazione, non può essere rimessa in discussione o in Francia si rischia si essere sanzionati giudizialmente (legge sull’omofobia) [che schifo, Anatrella, che bassezza. Né in Francia né in Italia la legge punisce l’opinione, bensì la violenza, e uno “scienziato” come lei dovrebbe vergognarsi di questi mezzucci. Fa quasi pena – ma giusto per un istante].
Ma questo vale anche per altri Paesi: è il caso della Germania, dove genitori che hanno rifiutato che i figli partecipassero a lezioni di educazione sessuale ispirate alla teoria del genere sono stati condannati a quarantacinque giorni di detenzione senza condizionale (febbraio 2011). Il falso valore della non-discriminazione impedisce di pensare, valutare, discernere ed esprimere, così come quello della trasparenza che spesso è estranea alla ricerca della verità. [Questa è la notizia, e neanche un sito schierato come Zenit ammette che la Germania ha programmi scolastici con lezioni di educazione sessuale ispirate alla teoria del genere. E’ un’altra deduzione di Anatrella. Qui una lettura un poco più completa della vicenda.]
Quanto all’egualitarismo che si allontana dal senso dell’uguaglianza, esso lascia intendere che tutte le situazioni si equivalgono [ma di cosa si parla adesso? La GT, pur nelle sue diverse sfaccettature, non dice niente del tipo tutte le situazioni si equivalgono, ma casomai che ne va riconosciuta l’esistenza], mentre se le persone sono effettivamente uguali in dignità, la loro scelta, il loro stile di vita e la loro situazione non hanno oggettivamente lo stesso valore [Certo. Quello che dice la morale cattolica ha oggettivamente un valore superiore, vero?]. Non c’è nulla di discriminatorio nel sottolineare che solo un uomo e una donna formano una coppia [e invece sì], si sposano [e invece sì], vivono insieme [e invece sì], adottano e educano dei bambini nell’interesse del bene comune e in quello del figlio [e invece sì; sono tutte discriminazioni perché di quelle capacità si sono dimostrate piene coppie di ogni tipo, e pure i singoli]. Sono più capaci di esprimere l’alterità sessuale [che è un valore relativo a una cultura, non è assoluto], la coppia generazionale [che è un valore relativo a una cultura, non è assoluto] e la famiglia [che è un valore relativo a una cultura, non è assoluto], cellula base della società [che è un valore relativo a una cultura, non è assoluto].
La ricetta è chiara: complottismo, affermazioni non comprovate, giochi di parole, “voi non ve ne rendete conto (ma io sì)”, ed ecco come ti costruisco una ideologia totalitaria. Tra l’altro, pure lo stesso ministro francese è stato chiaro, successivamente: le cose non stanno così, in gioco non c’è la GT, ma l’insegnare a essere contro tutte le discriminazioni. Chiudiamo con una edificante testimonianza, da chi ha avuto modo di conoscerlo, su chi sia Tony Anatrella “sacerdote e psicanalista”. Tanto per chiarire cos’è una ideologia totalitaria, e che conseguenze potrebbe avere nella vita di qualche malcapitato.
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