Articolo originale qui, traduzione di feminoska.
Ho pubblicato questo disegno (di Natalya Lobanova) sulla mia pagina facebook ieri, e le reazioni sono state molto varie. Alcune persone l’hanno apprezzata. Molte l’hanno condivisa. Ma altre l’hanno trovata insultante e giudicante, e l’hanno considerata una critica rivolta alle donne che si depilano. Si sono sentite offese dalla parola “mutilare”, la quale, sebbene attenuata da quel “leggermente”, sembrava loro comunque troppo forte. Come ogni volta che qualcosa scatena una accesa discussione, mi ha incuriosito molto la reazione delle persone e le loro motivazioni. In verità a me quest’immagine piace molto, e mi ha sorpreso l’offesa che ha causato ad alcune persone. Ritengo che parlare delle cose assurde che facciamo per sentirci belle sia molto importante, anche se a volte ci fa sentire a disagio.
Per essere chiara, una volta per tutte: io mi depilo le gambe. Mi depilo anche le ascelle, la zona bikini, e la bizzarra scia di peluria scura che parte dall’ombelico e arriva ai peli pubici. A otto anni mi sono fatta bucare le orecchie perché morivo dalla voglia di indossare orecchini veri. Mi trucco quasi sempre prima di uscire di casa. E sappiatelo, mi piace fare tutte queste cose, perchè mi fanno sentire carina e più a mio agio nella mia pelle. Ma sono anche consapevole di essere cresciuta in una cultura che mi ha insegnato, dal primo giorno, ad associare a queste piccole modifiche arbitrarie a cui mi sottopongo il concetto di bellezza.
Ho sentito diverse persone affermare che il femminismo è basato sulla libertà di scelta, e che pertanto l’idea di fondo è che le donne dovrebbero essere messe in condizione di scegliere per le proprie vite. Per la cronaca, sono completamente d’accordo con quest’idea. Ma penso comunque che sia importante parlare del fatto che le scelte non avvengono a caso, e che alcune scelte non sono femministe. Depilarsi, ad esempio, non è un gesto particolarmente femminista. E non sto dicendo che non ci si possa depilare le gambe ed essere comunque femminista, ma penso che sia comunque importante poter parlar di aspetti come questo senza saltare immediatamente alla conclusione “bè, ma il femminismo riguarda la scelta, io la mia scelta l’ho fatta, e questo è quanto”.
Prima di tutto, non sono per niente sicura che la maggior parte delle donne sentano davvero di avere una scelta quando si parla di depilazione. Voglio dire: certo, tecnicamente, possono scegliere cosa fare dei propri corpi, ma è abbastanza difficile sentirsi libere e non influenzate nelle proprie scelte quando le opzioni si riducono a: 1) depilarsi e godere dell’approvazione generale 2) non depilarsi e diventare il bersaglio di scherzi idioti, insulti e persino molestie a causa di questa scelta. E’ decisamente difficile definire questa una “scelta” quando la società approva senza riserve una delle opzioni e punisce sistematicamente l’altra. Dobbiamo essere consapevoli di giocare con dadi truccati.
La verità è che mi adeguo a standard di bellezza patriarcali ogni giorno. Indosso vestitini graziosi e mi spalmo robe appiccicose in faccia per “evidenziare i miei tratti” e rendere il colore della mia pelle “più uniforme”. Indosso scarpe con i tacchi perché mi fanno sembrare più alta e le mie gambe appaiono più snelle. Infilo sottili barrette di metallo attraverso buchi creati nei lobi delle mie orecchie perché penso che mettermi orecchini mi renda più gradevole. Rimuovo con cura dal mio corpo ogni pelo potenzialmente visibile quando indosso solo l’intimo. Ed è tutto accettabile, e non mi rende meno femminista ma allo stesso tempo queste sono tutte scelte anti-femministe. Perché sono scelte che non avvengono a caso. Non avvengono perché un giorno mi sono svegliata e ho pensato “mmmh, ho davvero voglia di prendere un rasoio e depilare tutte le parti più sensibili del mio corpo e sopportare l’irritazione da rasoio nei prossimi giorni, mi pare una roba proprio divertente!” Non avvengono perché mi sono trovata a sperimentare vari colori sulle mie labbra, e ho deciso che rosso e rosa erano i miei colori preferiti. Avvengono perchè sono cresciuta in una cultura tossica che mi ha insegnato che per essere bella devo modificare il mio corpo, e ogni volta che mi adeguo a quell’idea di bellezza, sto rinforzando e avallando quella cultura tossica. Ogni volta che indosso i tacchi e una bella minigonna, sto rendendo le cose molto più dure per tutte le donne che vorrebbero lasciarsi alle spalle questo fottuto ideale nel quale siamo costrette. E anche se non vorrei, devo essere consapevole della mia responsabilità.
E’ uno schifo che le donne debbano modificare il proprio aspetto per essere considerate belle, o persino solamente accettabili. Abbiamo i peli – durante la pubertà ci crescono naturalmente. Ce li abbiamo tutt@. Dunque perché devono essere qualcosa di disgustoso? Perché in generale l’intimo e i costumi da bagno sui manichini sono normali, ma questi di American Apparel sono considerati spassosamente osceni?
Voglio dire, questo è letteralmente il mio aspetto quando non mi depilo. Forse sono ancora più pelosa di così. Questo è l’aspetto del mio corpo. Perché è così disgustoso per così tante persone?
Noi tutte facciamo delle scelte circa il nostro aspetto, e nessuna di queste scelte ci faranno requisire la tessera di femministe dalla polizia femminista. Ma a volte queste scelte rafforzano lo status quo e contribuiscono quindi alla difficoltà che altre donne sperimentano quando il loro aspetto non si adegua alle rigide norme dettate dalla società. E questo non significa che non dovremmo mai indossare vestiti o trucco o gioielli, ma piuttosto che dobbiamo parlare del perché facciamo queste cose. E abbiamo bisogno di smetterla di fingere che questo e quello sia una scelta femminista, perché il femminismo è libertà di scelta e se io sono femminista, allora tutto quello che faccio è automaticamente femminista. No. Non è così che funziona. Indossa vestitini se ti va. Indossa belle scarpe e orecchini e rossetto rosso brillante. Depila tutti i peli del tuo corpo, se questo è ciò che ti fa stare bene. Ma per favore, ammetti che non fai nessuna di queste cose perché casualmente ti piace farle. Per favore, ammetti che la tua scelta è stata fortemente influenzata dalla fottuta cultura misogina in cui viviamo. Accetta il fatto che a volte le tue scelte sono anti-femministe, non perché sei una cattiva femminista, ma perché questo è il mondo in cui viviamo oggi. E una volta che hai fatto tutto questo, cerca di trovare un modo per cambiare le cose, di modo che le ragazze giovani non debbano più essere convinte che i loro corpi non vanno bene così come sono.
Questo testo presenta dei problemi di fondo, a partire dalla concezione del femminismo come libertà di scelta, perché così diventa talmente vago che non ha più senso parlare di femminismo. Il femminismo ruota attorno all’uguaglianza dei diritti. Metterci altre cose porta fuori strada. Depilarsi o non depilarsi non possono in alcun modo essere definite scelte pro o contro il femminismo. L’idea che adeguarsi agli standard estetici sociali sia avallare ogni carattere sociale, quali il sessismo e la misoginia, è un errore logico. Sarebbe come dire che un cittadino modello, rispettando le regole civiche, contribuisce allo status quo, ed essendo tale stato portatore di difetti, allora rispettare le regole sarebbe tout court avallare quei difetti. I condizionamenti sociali sono inestirpabili, possono solo essere cambiati. Ma è ben diversa la condizione di una donna che si depila oggi da una che si depilava ieri. Adeguarsi con convinzione allo standard di bellezza attuale non è più e non per forza adeguarsi alla visione patriarcale. In tutte le culture ci si rende più attraenti modificando il corpo, non c’è nulla di patriarcale in ciò. Semmai si può dire che storicamente per gli uomini ha significato modificare il proprio status e per le donne il proprio aspetto. Ma il senso estetico è proprio di molte specie animali. Ogni persona all’interno della società in cui vive cerca più o meno di migliorare secondo vari aspetti e secondo le proprie inclinazioni. Qualcuno vede forse uno scandalo nel farsi una cultura o nello studiare e diventare più intelligenti? Oppure nel diventare atleti migliori? Eppure tutto ciò è faticoso. Ciò su cui si può lavorare è sul non stigmatizzare chi non vuole emergere o semplicemente farsi i fatti suoi. Prendere consapevolezza di cosa sono e di come ci cambiano le norme sociali va benissimo, ma senza illudersi che basti per accettare il proprio corpo così com’è, cosa che oltretutto non capisco che senso abbia. Il corpo è un insieme di processi naturali tanto quanto le malattie. E una volta presa consapevolezza rimane comunque il piacere del senso estetico, dell’attrarre gli altri rendendosi attraenti. C’è come un vago senso di iperprotezione in questo testo. Il femminismo non può essere la cura totale di ogni cattiva sensazione che si vive in società, sennò abbattiamo la società e andiamo a vivere ognuno per conto proprio.
Molto interessante, adesso mi frullano in testa delle cose… io devo dire che ho passato anni a non depilarmi andavo in piscina al mare con le gonne corte e i peli, non esibiti per dimostrare qualcosa, ma semplicemente lì. Non è stato subito facile mentalmente parlando, ma ho raggiunto una certa disinvoltura tanto che ad un certo punto non me ne preoccupavo proprio più.
Vedevo molto di più come una mutilazione alla mia vita (che ero incapace di comprendere), l’idea di dover saltare la piscina (magari perdendo soldi) per un paio di peli… va beh qui mi potrei dilungare sul fatto che la sensazione più scomoda è lo sguardo femminile in quelle occasioni).
Da un po’ mi depilo. So di cosa è figlia la depilazione. Devo dire che ho lo stesso approccio di prima quando tenevo i peli. Adesso mi piaccio senza e mi va bene così, quando ricrescono continua a non essere un problema ovviamente. me ne frego, ma adesso mi piaccio senza non so fino a quando. Non mi sento meno femminista, penso sia una mia questione di gusto (intendo per il mio percorso personale sul fattore peli), come i vestiti.
(Diciamo che pero’ non vorrei sentire il disagio che avevo in piscina al camp femminista per la motivazione contratria… non so se mi spiego.)
Prima dicevo come i vestiti…daltronde metto sbarrette di ferro nell’orecchia perchè sono figlia della cultura punk underground nella quale mi riconosco e che esercita su di me un certo appeal e senso di appartenenza che si riflette nel mio vestiario, non credo che questo pero’ mi renda culturalmente “automaticamente” carina e accettata per la cultura dominante….
è un po’ intricata la questione…
e poi c’è la slut walk… scusate le idee buttate lì, ci continuo a pensare