Sulle calze antistupro

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Riportiamo con piacere la segnalazione fattaci da Mina sulla notizia delle “calze antistupro” che, aldilà del fatto che sia vera o meno, alimenta uno degli stereotipi peggiori che riguardano lo stupro: la bellezza. Alcuni anni fa lo stesso Berlusconi disse “servirebbe un militare per ogni bella donna” come se le molestie e gli stupri avvenissero per una questione di estetica.

Queste affermazioni e queste notizie non solo sono offensive per tutte noi ma nocive per chiunque cerchi di portare avanti un discorso di contrasto serio sullo stupro e in generale sulla violenza di genere perché creano confusione sui veri motivi per cui avviene uno stupro: alla base c’è sempre il desiderio di potere, di sopraffazione, umiliazione di un soggetto, la donna, che nella società è descritta come debole/da sottomettere tanto che diventa proprietà privata del padre/fidanzato/marito. Lo stupro poi prende caratteristiche razziste o lesbofobe se lo si compie durante le guerre/occupazioni (anche se oggi va di moda chiamarle “missioni di pace”) o come punizione/”strumento di rieducazione all’eterosessualità”. Noi però rivendichiamo il diritto di vestirci come ci pare, di camminare a qualunque ora e di farlo anche da sole, di voler scopare con chi ci piace senza chiedere il permesso a nessun@, di amare liberamente chi desideriamo, di non accettare tutori (date un’occhiata qui) e di pretendere un cambiamento di cultura che è l’UNICA e sola vera “arma” contro la violenza di genere. Tutto il resto è solo un modo per non affrontare il nocciolo della questione. Buona lettura!

Volevo segnalare questo link:

a parte la perplessità sull’utilizzo di uno strumento con scossa elettrica e gps come mezzo antistupro a priori, che qualcun* può anche auspicare,  ma che a me sembra andare verso un ulteriore controllo e privazione di libertà

(diverso è per alcuni casi specifici di violenza reiterata, in cui la donna è perseguitata )

Mi vorrei soffermare sui messaggi  che mi pare veicolare uno strumento così pensato:

a) Il bisogno di censura dei propri corpi e della propria bellezza (colpevole): ti stuprano perchè esci in minigonna e fai aumentare la libido di chi ti guarda, quindi per evitare di farti stuprare non indossare le minigonne, camuffati e magari renditi meno desiderabile;

b) l’inasprimento verso un’estetica dominante e universale che vuole, per esempio, che i peli siano brutti e che uccidano la libido, per cui rappresentino un perfetto “antistupro naturale”

Non ho idea se la notizia sia vera o meno, ma al di là della sua veridicità, sta comunque circolando questo link, veicolando ulteriori messaggi che apparentemente nascono per far fronte ad una tematica delicata (come in questo caso stupro e molestie sessuali) ma in realtà non fanno che alimentare lo status quo addossando la responsabilità alle donne e offrendo soluzioni che non solo non propongono un cambiamento culturale ma anzi vorrebbero si muovono nella strada opposta spingendo verso una normalizzazione  sociale, culturale, estetica, pornografica

Il grande fratello vi guarda!