Dice che io normalizzo la pedofilia

Vipera_ursinii_macrops_piccola

Eh, sì, pare di sì. Lo ha praticamente scritto nel suo blog un tizio che non conosco con il quale ho molte cose in comune, ma decisamente almeno una no; decidete voi quale.

http://testadelserpente.wordpress.com/2014/11/19/gender-nelle-scuole-lo-stato-contro-le-famiglie/

Questo tipo vive nel mio stesso quartiere, ha studiato le stesse cose che ho studiato io, ha più o meno gli stessi titoli di studio che ho io. Io non ho scritto nessun libro su nessuna madonna, però, e ho una decina d’anni di più. E lui sostiene una cosetta tipo questa:

Ciò che sembra un avanzare nel campo dei diritti e delle libertà personali, è invece una campagna tesa ad eliminare ogni differenza tra maschio e femmina (considerati vecchi stereotipi imposti dalla cultura cattolica) e che corre a grandi passi verso la ipersessualizzazione dell’infanzia e – a lungo andare – verso una normalizzazione della pedofilia.

Fa parte di quella intelligencija – hanno studiato, come potete vedere – che produce campagne “d’informazione” come questa, Capire il gender in meno di tre minuti.  Persone che si riuniscono, organizzano, si mobilitano in difesa di quelli che sono i loro “valori”. Qui un prossimo imperdibile appuntamento: notate bene, senza il “contraddittorio” che tante volte viene richiesto da chi s’è inventato una inesistente “teoria del gender”.

Seguite i link in quella pagina. “Valori” che consistono in una lettura distorta e misitificatoria di testi che non vogliono capire – e fin qui niente di male, nessuno li obbliga – che parlano di cose che non gl’interessano – e anche qui nessuno ha nulla da obiettare – ma che li spinge a una sistematica azione di falsificazione di parole altrui; loro che tanto rispettano il verbo solo quando viene da chi pare a loro, tanto da inventarsi qualcosa che non esiste, la “teoria del gender”. Provate a scrivere queste tre parole su Google. Usciranno al 90% testi allarmisti, che gridano ai loro diritti lesi, alla fine dell’umanità, allo stupro di massa dei bambini.

Ai loro diritti lesi. I loro diritti di sedicenti “normali”. Gli altri? All’inferno.

E con lo stesso banale e commercializzato e mainstream strumento quale Google, bastano tre clic per sapere la verità. Tre clic, saper leggere, e avere voglia di conoscere le persone. Perché poi, se chiedi un confronto con questa gente tanto attrezzata intellettualmente, scappano (qui il resoconto di uno dei tanti casi). Chiedetevi perché.

Chiedetevi il perché di un nome che non è mai esistito prima di questi fondamentalisti cattolici che se lo sono inventato. Chiedetevi perché mettono in campo organizzazioni, soldi, testi, campagne informative, pur di sostenere l’insostenibile. Chiedetevi perché tanto accanimento verso un – inventato – allarme sociale, e quasi niente di questo fervore intellettuale e politico quando si tratta di ben più gravi e inquietanti fenomeni (e linko la cosa più facile e ovvia eh, manco tanto approfondita) dei quali, se non direttamente responsabili, molti cattolici sono spesso silenziosi complici d’ipocrisia – fenomeni che continuano, aumentano, si diffondono, crescono, intanto che per i loro “valori” montano su la battaglia civile contro una fantomatica “teoria del gender”.

Cosa sta dicendo questo tizio a me? Mi sta dicendo che io sono un pedofilo. Io che educo i miei figli al rispetto di qualunque diversità – anzi, a smetterla di pensare in termini di normalità e diversità – sono uno che li vuole stuprare, perché andrei «a lungo andare – verso una normalizzazione della pedofilia». Non ho nulla da contestare a chi si costruisce un dio che tanto alla fine ti perdona e al quale fai comunque pena, tanto lui tace; mi fa però un po’ schifo che tu parli d’amore mentre accusi a vanvera di cose orribili chi non la pensa come te – e scappi, invece di parlarci.

Davvero complimenti e grazie per le belle parole.

P.S. Aggiungo il giorno dopo questo link nel quale Antonio Esquivias, cattolico spagnolo, racconta qualcosa a proposito di alcuni “valori”.