De-individualizzarsi

– fakin iurop, Ideadestroyingmuros

idmQPer noi sperimentare con il corpo e la sessualità nella performance è un atto di spostamento continuo dei limiti che il vissuto quotidiano genera.
La nostra diaspora, tanto territoriale quanto sessuale, dall’italia alla spagna, dall’eterosessualità normativa a una sessualità diasporica, ha implicato una presa di coscienza di quanto i limiti corporali e le relazioni sessuali siano profondamente relazionati in maniera situata a un contesto determinato.
Le pratiche artistiche quando sono politicamente compromesse permettono mettere in dialogo le differenze.
Si tratta di materializzare i nostri immaginari: esprimendo metafore con il corpo, traducendo concetti in situazioni reali e collettive, proponendo la critica alla religione cattolica, alla monogamia dello stato, alla famiglia, alla superficialità emozionale e sessuale, all’infantilizzazione del corpo femminile desiderabile, alla costruzione dell’’uomo stallone vecchio bavoso e al capitalismo di matrice italiana, questioni che possono scomodare ma che non possono rimanere nascoste dietro una locandina.
Per noi il linguaggio della performance è ciò che più si avvicina a generare una esperienza condivisa, trasformando la nostra finzione in una realtà in potenza.
L’odore a sesso, la nostra respirazione, i flussi e arrivare a toccarci, sono strumenti che mettono in pericolo la distanza con lo spettatore, distanza alla quale siamo abituate nelle nostre vite mediate dalle tecnologie.
Il discorso istituzionale scommette molto spesso per l’individualismo artistico, crediamo quindi importante sottolineare che per noi parlare di reti significa inevitabilmente parlare di incontri e di innamoramenti che hanno permesso creare situazioni collettive, spostamenti e collaborazioni.

M.Foucault, “Introduzione alla vita non-fascista”

Come fare per non diventare fascisti anche se (soprattutto se) si crede di essere militanti rivoluzionari ? Come liberare i nostri discorsi e i nostri atti, i nostri sentimenti e i nostri piaceri dal fascismo? Come snidare il fascismo rintanato nel nostro carattere ?

Azione politica libera da qualsiasi paranoia totalizzante e unitaria.

Sviluppo di azioni, pensieri e desideri mediante proliferazione, giustapposizione, disgiunzione, e non per suddivisione e gerarchizzazione piramidale.

Non fidarsi più delle vecchie categorizzazioni del Negativo (legge, limite, castrazione, carenza, lacuna), per troppo tempo sacralizzate dal pensiero occidentale come forma di potere e accesso alla realtà. Preferire ciò che è positivo e molteplice, la differenza all’uniformità, i flussi all’unità, le disposizioni mobili ai sistemi. Credere che ciò che è produttivo è nomadico e non sedentario.

Non credere che occorra essere tristi per essere militanti, per quanto sia abominevole ciò che si combatte. E’ la connessione del desiderio con la realtà (e non la sua fuga nella forma della rappresentazione) che possiede forza rivoluzionaria.

Non usare il pensiero per fondare una pratica politica sulla Verità, né l’azione politica per screditare – in forma meramente speculativa – una linea di pensiero.

Usare la pratica politica come un intensificatore del pensiero, e l’analisi come un moltiplicatore delle forme e degli ambiti d’intervento dell’azione politica.

Non chiedere alla politica il ripristino dei “diritti individuali”, come sono stati definiti dalla filosofia. L’individualità è un prodotto del potere. Ciò che occorre è “de-individualizzarsi”, con la moltiplicazione e la dislocazione, in combinazioni diverse.

Il gruppo non dev’essere un legame organico che unisce individui gerarchizzati, ma un costante generatore di”de-individualizzazione”.

Non innamorarsi del potere.

Michel Foucault
tratto dalla prefazione  all’edizione americana del 1977 di Deleuze, Guattari, Antiedipo (1972)

Traduzione di Pesce Babele

Testo originale francese della prefazione

Edizione americana completa a cura di B.Massoumi di Deleuze, Guattari, Antioedipus, Minneapolis, University of Minnesota Press, 1977

Una risposta a “De-individualizzarsi”

  1. Insomma , ” impazzire ” come direbbero i ciarlatani sessisti psicologi e psichiatri , è la chiave per la rivoluzione e la sovversione del sistema patriarcale . Solo tramite la creazione di identità multiple e conflittuali tra loro può esserci la liberazione dal monoteismo individualistico che ci opprime e obbliga ad avere una sola personalità , quando invece noi siamo un miscuglio di diverse individualità interiori . Bisogna deindividualizzarsi per distruggere il patriarcato basato sulla normalità e l’oppressiva sanità mentale , che non è altro che la base per ogni discriminazione . Siamo e dobbiamo sempre più essere fiere di essere ” anormali ” e ” pazze ” .

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