Deconstructing l’ignoranza (o Dell’anti-omofobia)

piotta1 Non bisogna presupporre nel prossimo sempre e soltanto la malafede, anche quando lo vediamo sostenere delle tesi improbabili o delle ipotesi politiche ridicole. Non si deve attribuire sempre e solo l’ipocrisia ai nostri apparenti avversari politici: dobbiamo mostrare una conciliante apertura a tutte le possibilità, perché forse l’apparente malignità, perversione, stupidità e cattiveria gratuita di alcune posizioni politiche possono essere solo causate da un sottovalutato errore tipicamente umano: l’ignoranza.

Probabilmente Marina Terragni, Costanza Miriano e Pino Morandini non hanno alcuna idea di quello che stanno dicendo, nei brani che riporto qui sotto. Io la penso così, penso che siano incolpevolmente profondamente ignoranti. Non credo che le loro assurdità le dicano seriamente, “con cognizione di causa”, come si dice in questi casi. Credo che, poverini, siano vittime di un raggiro, o di un sistema scolastico inadeguato, oppure ancora di un ambiente culturale gretto e meschino che non concede a tutti le stesse possibilità. Vediamo cosa dicono, sarete senz’altro d’accordo cone me che, alla luce di una critica serrata ma corretta, tutte le loro incredibili sciocchezze non sono altro che grossi equivoci frutto d’incolpevole ignoranza.

Una premessa: di cosa stiamo parlando? Stiamo parlando di una modifica a tre leggi già esistenti. Precisamente: l’articolo 3 della legge 13 ottobre 1975, n. 654, e successive modificazioni che potete seguire nel link; il titolo del Decreto Legge 26 aprile 1993, n. 122 e successive modificazioni che potete seguire nel link; la rubrica dell’articolo 1 di questo stesso Decreto Legge (per “rubrica” s’intende, dice Treccani, “la descrizione sommaria del fatto attribuito all’imputato e sua qualificazione giuridica con l’indicazione degli articoli di legge che lo prevedono”). Questa modifica è, in tutti e tre i casi, sostanzialmente la stessa: l’aggiunta delle parole “fondati sull’omofobia o transfobia” a quegli articoli di legge.

Sono gli articoli che puniscono, dice il testo “chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi” e “chi, in qualsiasi modo, istiga a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”. In sostanza, dopo “religiosi”, la legge in discussione in questi giorni vuole aggiungere le parole “ovvero fondati sull’omofobia o transfobia”.

Veniamo ai nostri tre casi d’ignoranza. Per comodità, dai testi originali di cui lasciamo il link, prenderemo solo le parole principali. Cominciamo con Miriano, qui una sua intervista.

…invece venerdì alle ore 10, ci ritroveremo sempre davanti al Parlamento, Uominidonnebambini, al flashmob che riunisce varie associazioni di uomini di buona volontà, cattolici, ebrei, omosessuali, atei, per fermare il progetto di legge [non è un progetto di legge] che punisce con il carcere e i campi di rieducazione [non è vero, non esistono campi di rieducazione] chi non segue l’ideologia gender [non esiste nessuna ideologia gender, e le modifiche proposte non puniscono chi non segue una ideologia, ma chi fa propaganda o istiga a commettere o commette atti violenti in nome di idee omofobiche o transfobiche. Il cattolicesimo, come qualunque altra confessione religiosa, rientra in una espressione del pensiero che non può essere punita per legge, come recita l’articolo 19 della Costituzione. Questa legge non si riferisce alle religioni né a qualunque altra forma di pensiero, a meno che non siano fondate sulla superiorità o sull’odio di qualunque tipo. E, per quanto discutibile in sé, il cattolicesimo non lo è]. Nel mio piccolo, sto lavorando perché ci si incontri tutti. Credo che questa sia una battaglia di buon senso, prima che cattolica [il buon senso, purtroppo, va saputo usare o si prendono cantonate enormi, cara Miriano]. Quello che stanno facendo non è la priorità del Paese. Giro l’Italia e vedo capannoni abbandonati, imprese che stanno chiudendo [ma che c’entra? Chi decide le priorità? Il Parlamento mica funziona come una gara di Formula Uno!]. Al contrario questa è la priorità di una piccola elìte [che non esiste manco lei – non è piccola e non è manco un’elite, se no non avrebbe bisogno di una legge, no? Ma se anche esistesse, avrebbe gli stessi diritti democratici di presentare una legge], che vuole la vittoria della ideologia del gender [aridàje, non esiste niente di simile!], e magari matrimoni e adozioni per gli omosessuali [magari come succede in altri 14 e passa paesi del mondo, anche se pieni di cristiani e anche di cattolici]. Va da sé che sarà un reato dire che è più consona ad un bambino la vita con una madre e un padre [non è vero, è un’opinione che chiunque potrà liberamente esprimere. Non ci potrai fondare un partito o un’associazione, né fare propaganda – ma non era tua intenzione, no?]. Ci rendiamo conto che non si potrà neanche più manifestare per sostenere questo pensiero? [Ma de che? Non è vero, potrai fare tutte le manifestazioni che vuoi, quella non è propaganda! Leggi la legge, Miriano, è facile, da sinistra a destra una lettera per volta, ogni spazio una parola. Su, ce la puoi fare] Purtroppo questa elìte è forte e ha contatti importanti e trasversali [no, dai Miriano, no, ti credevo superiore al complottismo plutofrociomassonico. Che delusione].

La legge per diventare costume e cambiare la cultura un po’ ci metterà, certo. Ma si aprirà una voragine di cui non possiamo ancora sapere le dimensioni [Eh? Voragine? Che vuol dire, politicamente? Miriano, capisco la tua provenienza, ma non è che puoi ventilare tragedie bibliche ogni volta che non ti sta bene una cosa]. La legge è molto vaga e come discriminazione può essere intesa qualsiasi cosa [il vocabolario può essere utile, Miriano, prova lì: la differenza tra discriminare e pensare è scritta benissimo]. Spero che i giuristi protestino contro questo vulnus [il “latinorum”!] alla democrazia, non si può stabilire un reato d’opinione dai confini così incerti [infatti quelle modifiche non lo stabiliscono. Altrimenti lo stabilirebbe anche la legge alla quale si applicano quelle modifiche, già in vigore. E’ un passaggio facile, Miriano, provaci], in barba alla certezza del diritto. Per farvi capire [ahia, temo il peggio]: teoricamente tutti i cattolici che proclamano pubblicamente il Catechismo della Chiesa Cattolica saranno incriminabili, in base a questa legge [ma assolutamente no! Sono difesi, come chiunque altro professi una religione, dalla Costituzione! Non è un crimine proclamare il Catechismo, Miriano! Stai dicendo che allora il Catechismo è propaganda! Ma rileggiti!]. Nella mia rubrica telefonica, per dire, ho sicuramente 200 persone che sarebbero pronte ad andare in carcere se dire che i bambini hanno bisogno di un padre e una madre diventasse reato [non ne avranno bisogno Miriano, rimarranno le persone di visione limitata che sono ora, tutto qui]. Che faranno? Le metteranno tutte in carcere? [La tecnica dello spauracchio è vecchia, Miriano, basta, su.] E leggere ad alta voce il Catechismo della Chiesa cattolica, che parla degli atti omosessuali come contrari alla legge naturale sarà reato? [NO! Se leggo ad alta voce Histoire d’O non posso essere arrestato per atti osceni!]

Qui siamo alla difesa del buon senso e della vita concreta dei bambini che potrebbero andarci di mezzo [e dàje co’ ‘sti bambini]. E’ evidente che non c’è una parità di trattamento tra i cattolici e non [ancora col complotto?], ma non può essere una questione tra opposte tifoserie [e non lo è, si tratta di imparare a leggere]. Ma come si può negare che i bambini nascano dall’unione di una donna e di un uomo? [Come si può negare che questo problema non c’entra niente con la legge in discussione?] E’ la natura, non c’è bisogno di essere cattolici per vedere la realtà [ehm, Miriano, la informo che ‘naturale’ e ‘reale’ non sono sinonimi]. Qualcuno può anche credere che discendiamo per un caso dalle scimmie, ma che siamo maschio e femmina chi lo può negare? Per negare questo, cioè la realtà, stanno procedendo con proposte assurde e pensando ad una legge ultra-repressiva, che non guarda a tutti, ma a loro [Miriano, dovrebbe almeno avere l’onestà di ammettere che la realtà consiste nella contemporanea esistenza di molti modi di pensarla. Nessuno la nega e non si tratta di una legge che reprime un bel niente. La legga, per favore, anche insieme al Catechismo, se ci tiene tanto].

Cos’è l’omofobia? Parliamone. Perché l’omofobia come paura degli omosessuali non esiste, anzi [le rammento che nel suo blog lei ha raccontato che preferisce “passare da un’altra parte”: se non è paura, cos’è? Cose più nobili? Non mi prenda per stupido, grazie]. C’è un “pregiudizio positivo” nei loro confronti [certo, come no]. Sono in politica, nell’arte, nella letteratura, nel cinema. Sono giustamente tutelati e inseriti [eh? Tutelati? Inseriti? Infatti è per questo che ancora il coming out è festeggiato, no?]. Ci sono addirittura programmi scolastici, e lo posso testimoniare come madre di quattro bambini, che forniscono ampie catechesi contro la discriminazione [ah, la catechesi contro la discriminazione ci può essere, una legge no. Interessante]. Tanto che secondo me, nell’età dello sviluppo, questo modo di procedere può essere pericoloso e generatore di confusione [una confusione dovuta a troppa anti-discriminazione. Notevole. E lei parla di buon senso, eh?].

Vanno applicate le norme [eh, facciamole allora…]. Ma con la legge anti-omofobia non si vogliono colpire dei comportamenti ritenuti violenti, l’obiettivo è fare cultura [AHAHAHAHAHAHAHAH, questa è grandiosa, Miriano, lo ammetto. Fantastica. Una legge per fare cultura, sarebbe la prima volta in Italia, credo], che è un’altra cosa. La legge 194 che non è mai stata una buona legge ma dissero che era nata per tutelare la salute della madre, ora è diventata una pratica di controllo eugenetico [sì, avete sentito bene, in Italia, dice Miriano, si pratica il controllo eugenetico attraverso l’aborto regolato dalla 194. Insieme alla boutade della legge che obbliga all’ideologia gender, possiamo dedurne che Miriano pensa di vivere in un regime nazigay: SS bellissime, profumate e con sgargianti divise rosa. Basta Wikipedia per capire che l’eugenetica è tutt’altro ed è ben regolata], e l’aborto la prima cosa da proporre alla madre nel caso in cui si intraveda una minima incertezza di malattia nel bambino [opinioni irrilevanti per la discussione sulla legge]. Lo posso testimoniare tranquillamente, mi scrivono centinaia di persone [sempre meno delle donne che non riescono a usufruire della 194 negli ospedali italiani a causa dell’obiezione di massa dei medici – lo posso testimoniare tranquillamente, protestano in migliaia]. E’ diventata una legge eugenetica. Perché la legge fa costume. Ormai non si percepisce più il dramma, la portata, l’importanza del gesto dell’aborto [opinioni personali, che Miriano può esprimere tranquillamente, tanto non c’entrano niente con la legge in oggetto e non sarà mai reato esprimerle]. Posso capire l’esigenza che vogliono esprimere queste persone, gli omosessuali, che spesso hanno storie sofferte, di difficile accettazione, e io vorrei farmi davvero sorella a queste persone [prima dovrebbe chiedere loro se vogliono essere fratelli a lei – c’ha pensato?]. Ma non è con la legge che si raggiunge l’obiettivo di spiegare il mistero dell’uomo [se mi dice dov’è contenuto questo obiettivo, il testo è qui sopra]. Questa legge è pericolosissima, porta troppo lontano [ah, lei però del mistero dell’uomo vede bene tutto. Però].

Sì, perché è in gioco una battaglia di buon senso [aridàje]. Vado a tutte due perché le sigle non mi interessano. mi interessa la realtà [la realtà è scritta qui sopra, all’inizio dell’articolo]. Anche se la proponessero i radicali, volesse il cielo, io ci andrei [anche io, per vederla parlare di aborto con Bonino].

Un’altra povera vittima di una errata informazione è Pino Morandini, che dalle pagine di Libero si dimostra fortemente preoccupato del futuro dei liberi studi sul pensiero. Sentite un po’.

CENSURARE I FILOSOFI. «Che ne sarà», si chiede Morandini, «di Platone, che relega ”l’omosessualità maschile e femminile” fra le “perversioni che sono responsabili di incalcolabili sciagure, non solo per la vita privata dei singoli, ma anche per l’intera società” (Leggi, 836, B)?» [ne sarà, caro Morandini, quello che ne è di lui da sempre: non se lo filerà proprio nessuno. La percentuale di persone che sarebbero direttamente interessate alla eventuale scomparsa di un testo di Platone è molta meno di quella direttamente interessata alla eventuale scomparsa di lei, Morandini. Senza offesa eh, era per darle un’unità di misura]. E di «Seneca, che tesse le lodi dell’amore sponsale contrapponendolo ad altre unioni» che il filosofo romano riteneva «contro natura» (Cfr. Epistulae ad Lucillium, 116, 5; 123, 15)? [Seneca? Ancora meno di Platone, se ne fregherebbero.] E di «Kant che, in Metafisica dei costumi è fortemente critico verso l’omosessualità?» [lo prenderebbero per il culo come fanno tutti già adesso, solo ci sarebbe un motivo in più]. «Che ne sarà di costoro? Potranno essere ancora studiati [certo che sì, la legge non riguarda l’opinione né il diritto a leggersi quello che pare a ciascuno] – prosegue Morandini -, oppure chi sarà sorpreso con libri loro in possesso magari quelli ricordati, in cui sono contenute esplicitamente “idee fondate sulla superiorità” [bravo Morandini, si vede che lei è uomo di legge: sono contenute, quindi non sono propaganda. Le rammento che in questo paese – dove quella legge alla quale si chiede di aggiungere delle parole è già in vigore – è possibile stampare e acquistare il Main Kampf di Hitler, dove sono contenute più idee fondate sulla superiorità di quelle in Platone, Seneca e Kant messi insieme], rischierà» la reclusione fino a quattro anni (sei, se si è capo di un’organizzazione), come prevede la legge sull’omofobia? [NO, perché la legge non riguarda le letture né le opinioni – è scritto qui sopra!]

OMOSESSUALI TUTELATI. Omosessuali e transessuali sono «titolari di tutti i diritti spettanti alla persona», continua Morandini [allora, Morandini, la legge è inutile: anche le persone di colore sono titolari di quei diritti. Però la legge in vigore adesso parla di superiorità razziale: è sbagliata tutta la legge, allora? O forse, ma forse eh, c’è qualche problema nella tutela di quei diritti, dato che qui si tirano banane a ministri di colore?]. Per quale ragione – chiede il magistrato – bisogna introdurre «una tutela inutilmente rafforzata, per le persone omosessuali e transessuali», le quali sono «già ampiamente garantite nella loro dignità dalle norme in vigore? [Perché ci sono persone che non li rispettano: la proprietà è molto ben garantita dalle norme in vigore, eppure esistono leggi contro il furto. Perché?]». Morandini si sofferma sugli esiti della legge sull’omofobia che «per coloro che manifestano “idee fondate sulla superiorità” e  ritenute lesive “dell’identità sessuale”, prevede» la reclusione fino a quattro anni (sei, se si è capo di un’organizzazione): «Non è forse alto il rischio che si incorra in procedimenti penali a fronte di qualsivoglia giudizio critico verso determinati orientamenti sessuali?» [NO, perché i giudizi critici non rientrano nei fenomeni descritti dalla legge, che parla di propaganda e di atti violenti]. Non sarebbe meglio, conclude il magistrato, lasciare intatta la libertà di espressione «sul significato antropologico della definizione fra i sessi; sull’etica della sessualità e sulle conseguenze giuridiche derivanti dalla presenza di relazioni diverse dal matrimonio quale rapporto riconosciuto giuridicamente tra un uomo e una donna?» [SI: e infatti la legge non dice un bel nulla sulla libertà di espressione, perché non la tocca minimamente – è scritto qui sopra].

Last but no least, Marina Terragni ci omaggia con la sua consueta pacatezza argomentando contro la proposta di Scalfarotto inviandogli una sorta di “lettera aperta”. Eccola, nero su bianco, la sua richiesta di chiarimenti – in effetti lei almeno in un punto ammette di non aver chiare le idee sulla legge in discussione. Certo le ha chiarissime su altri argomenti.

Caro Ivan Scalfarotto, qualcun* provi a darmi dell’omofobica, e l* querelo [tanto per chiarire, anche a scapito della sintassi, che Terragni si mette al di là della legge – per come lei l’ha capita – anche prima che venga promulgata. Una bella minaccia, e possiamo cominciare].

Ho amici e amiche gay, e pure trans, e voglio per tutte e tutti una vita più semplice e più giusta [la classica frase d’apertura che amano sentirsi dire amici e amiche gay, e pure trans]. Parto così, mettendo le mani avanti, perché vorrei porti qualche questione sul tema della legge contro l’omo e transfobia. Ed è già sintomatico che io parta così, giustificandomi a priori, perché non ho ben capito se secondo la nuova legge io sarei, almeno in linea teorica, perseguibile per quello che intendo dire, e per la storia che intendo raccontarti [oh, almeno lei ammette che non ha capito bene, brava Terragni, dia l’esempio. Comunque, la risposta è no].

Un mio amico gay, qualche tempo fa, ha “comprato” un ovocita da una donna, l’ha fatto fecondare con il suo seme, quindi impiantare nell’utero di una seconda donna (“spezzando” quindi la madre in due: ovodonatrice e portatrice [Terragni, la madre è tutta intera, gliel’assicuro: ha spezzato forse qualche suo preconcetto, ma le due donne sono rimaste tutte intere]). Il tutto il un Paese che consente queste pratiche. Impianto andato a buon fine, gravidanza giunta a termine – bambino in braccio, come si dice – bambino tolto alla/e madre/i (anzi: madre/i tolta/e al bambino) e portato in Italia, dove il piccolo ha trovato i suoi surrogati materni in una serie di tate che vanno e vengono [mi permetto di sottolineare che qui, di surrogati, ci sono solo i suoi vocaboli che travestiti da racconto oggettivo formulano giudizi personali del tutto inutili, visto che parliamo – o dovremmo parlare – di leggi].

Caro Ivan, io avevo pregato il mio amico di non farlo, lui l’ha fatto, il nostro rapporto è andato in pezzi [perdoni il cinismo, ma ai fini della discussione della legge questo particolare è irrilevante. Però lo ha voluto mettere lo stesso]. Gli avevo detto: dal fatto che tu ami sessualmente gli uomini non deriva che quel bambino non debba avere una madre [e ce l’ha: ma cresce con due uomini. Non può non avere una madre, se è stato partorito. Ma non cresce con lei, per sua volontà autodeterminata – può non piacerle, ma è legale, in quel paese – oltre che giusto, mia opinione]. Sono ancora convinta di quello che gli avevo detto. E quello che gli avevo detto, in sintesi, è questo: un uomo, di qualunque oreintamento sessuale, etero o gay, non ha il diritto di portare via un bambino alla madre, di recidere quel legame (anche se la madre è d’accordo: ma il bambino no) [opinione personale che non c’entra nulla con la legge, e che lei può esternare quado vuole anche dopo che la legge anti-omofobia sarà eventualmente promulgata].

Non sto parlando di genitorialità gay: sto parlando di uomini che si fanno fare [ha scelto un verbo orribile, Terragni, è una scelta anche delle donne, non c’è costrizione] bambini dalle donne e glieli portano via [nessuno porta via niente, non è un rapimento! Ma come si permette?] (non è il caso, come ti sarà chiaro, di una lesbica che mette al mondo un bambino, perché lì il legame è preservato, tra le due pratiche non c’è simmetria) [altra opinione personale che non c’entra nulla]. Qui c’è misoginia, qui c’è odio per le donne [secondo lei, ed è anche una posizione difficilmente sostenibile. La madre biologica è consenziente, capito Terragni? CONSENZIENTE, e autotederminata, quale misoginia? Quale odio? Vorrebbe gentilmente, dato che si vorrebbe parlare di leggi, aggiungere qualche dato un po’ più oggettivo delle sue opinioni?]. Qui c’è questione maschile [si certo, come no. Fa l’esempio di un paese e delle sue leggi, che vengono rispettate, e di una procedura legale seguita da adulti consenzienti. Quale sarebbe la questione maschile, qui? Perché non dice di come potrebbe, una coppia di gay maschi in Italia, avere un figlio?].

Naturalmente quello che dico è opinabile [e meno male], ma io ci credo fermamente, così come credo fermamente nell’esistenza di una differenza sessuale [e cosa c’entra? Ce lo vuole dire?]. Confortata dal fatto che perfino chi, come Judith Butler, maestra della “performatività di genere”, ha teorizzato al massimo livello il fatto che il corpo con cui si nasce conta poco o niente, e invece quello che conta è il genere a cui si sceglie di appartenere [e cosa c’entra? Ce lo vuole dire?], è tornata sui suoi passi, dovendo ammettere l’esistenza “di un residuo materiale incontrovertibile“. Cioè il corpo sessuato [e cosa c’entra? Ce lo vuole dire? No].

Ora, la mia domanda è questa: potrò ancora sostenere questo mio pensiero – l’intangibilità del legame madre-figlio e l’esistenza della differenza sessuale – che non sta dentro nel mainstream “tutto è lecito” senza essere sospettata o addirittura incriminata per omofobia? [SI, perché delle sue opinioni la legge se ne sbatte, lasciandola libera di credere le cose che vuole. La legge parla di propaganda e atti violenti che affermano o sono motivati da idee fondate sull’omofobia. Le sue menate sulla differenza sessuale – Butler o no, che sarebbe opinabile – non lo sono. Può dirle in pace, non si preoccupi.]

Lo dico perché ogni volta che una legge, con la mannaia sommaria della logica dei “diritti”, interviene “salomonicamente” a tagliare la carne viva della vita e dei suoi fondamentali, il risultato è sempre molto scadente [scadente quanto paragoni biblici buttati lì senza una spiegazione del loro legame col resto. Quale sarebbe la mannaia? Quale carne viva? Gli articoli sono qui sopra, me le saprebbe indicare?].

Con affetto   M. [e meno male che l’ha scritta con affetto…]

Qui ci sono altri che, poverini, sono stati ingannati e portati a pensare cose poco serie, come i nostri tre di cui abbiamo parlato. Io non credo che siano in malafede, credo sinceramente che proprio per questioni culturali non siano in grado di capire perché si vogliano aggiungere poche parole a un articolo di legge già esistente e sul quale finora non hanno avuto niente da dire. Gli è più facile pensare che a loro sarà impedito di esprimersi, piuttosto che immaginare di tutelare le espressioni di altri, ai quali questo viene culturalmente impedito, oscurato, “punito” con violenze più o meno grandi.
Chissà perché lo fanno.

“Sarà ‘sto buco d’aazzoto” (cit.)