Se la mia fica fosse un’arma

heim2Pubblichiamo la traduzione della poesia di Katie Heim “If My Vagina was A Gun“, composta ai tempi delle proteste del Giugno scorso verso il Senato del Texas – ricordate Wendy Davis?

Tradurre una poesia è un compito arduo… ma nell’attesa di una versione più puntuale, oggi lo facciamo noi: Feminoska, Pantafika e Lorenzo Gasparrini.

Perchè a volte una poesia fa riflettere meglio di tanti discorsi.

If my vagina was a gun” by Katie Heim

If my vagina was a gun, you would stand for its rights,
You would ride on buses and fight all the fights.

If my vagina was a gun, you would treat it with care,
You wouldn’t spill all its secrets because, well, why go there.

If my vagina was a gun, you’d say what it holds is private
From cold dead hands we could pry, you surely would riot.

If my vagina was a gun, its rights would all be protected,
no matter the body count or the children affected.

If my vagina was a gun, I could bypass security,
concealed carry laws would ensure I’d have impunity.

If my vagina was a gun, I wouldn’t have to beg you,
I could hunt this great land and do all the things men do.

But my vagina is not a gun, it is a mightier thing,
With a voice that rings true making lawmakers’ ears ring.

Vaginas are not delicate, they are muscular and magic,
So stop messing with mine, with legislation that’s tragic.

My vagina’s here to demand from the source,
Listen to the voices of thousands or feel their full force.

*

Se la mia fica fosse un’arma” di Katie Heim

Se la mia fica fosse un’arma, sosterresti i suoi diritti,
correresti per batterti in tutti i conflitti.

Se la mia fica fosse un’arma, la tratteresti bene,
non spiffereresti i suoi segreti perché così ti preme.

Se la mia fica fosse un’arma, “riguarda il privato” diresti,
dovremmo prenderla ai cadaveri, di sicuro ti ribelleresti.

Se la mia fica fosse un’arma, i suoi diritti verrebbero tutelati,
non conterebbe il numero delle vittime e dei bambini ammazzati.

Se la mia fica fosse un’arma, potrei sfuggire alla sicurezza
le leggi sul “trasporto nascosto”* me ne danno la certezza.

Se la mia fica fosse un’arma, non ti dovrei implorare
potrei andare dove mi pare, e tutto come un uomo potrei fare.

Ma la mia fica non è un’arma, è una cosa migliore,
Con una voce che dice il vero e provoca il legislatore.

Le fiche non sono delicate, sono muscolose e magiche
e allora basta impicciarsi della mia, con quelle leggi tragiche.

La mia fica è qui per far domande alla fonte
Ascoltate le voci di migliaia o vedrete che a tutto sono pronte.

 

*Nota: “Concealed carry law“: in diversi stati americani, ogni cittadino ha il diritto di chiedere il permesso di portare addosso un’arma ‘concealed’, cioè che non si veda.

4 risposte a “Se la mia fica fosse un’arma”

  1. Ciao Raffaella. Abbiamo scelto fica, perché vagina in italiano suona tremendamente scientifico. Perché da tempo immemore rivendichiamo l’uso della parola fica. Perché questa è una poesia e non un trattato ginecologico. Perché a noi la ‘fica’ piace assai. Perché una traduzione non è mai neutrale. Ecco perchè! f.

  2. Bella, ma perché non lasciare la parola ‘vagina’?

    Se non ricordo male, parte di quello che era successo in Texas era che i senatori maschi avevano cercato di impedire alle colleghe di parlare, sostenendo che pronunciare la parola ‘vagina’ in Senato era offensivo e dimostrando tutta la loro ipocrisia. La vogliono regolamentare ma si offendono a sentirne il nome.
    Io l’avrei lasciata 🙂

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