Il vero vincitore è il moralismo

La notizia la conoscete tutt@: Silvio Berlusconi è stato condannato a 7 anni e ha ricevuto l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Ma la condanna è di primo grado, quindi ha tutto il tempo di mischiare le carte.

Premetto che, vada in carcere o meno, a me non interessa minimamente, non credo nel carcere e quindi non lo augurerei a nessun@. Credo invece nella riabilitazione, nella possibilità di comprendere i propri sbagli e cambiare, ma sfortunatamente questa “rieducazione” non è prevista nell’istituzione carceraria. Lì dentro, in quei 8 mq, non si insegna altro che la regola del “vince il più forte” e, in questo caso, lo Stato e le forze dell’ordine, ma è sempre una questione di dominio, chi ne ha di più riesce a sbattersene anche dello Stato. In sintesi è un braccio di ferro, un gioco a chi ce l’ha più grosso. Roba machista che ci dovrebbe far venire i conati di vomito.

Ma, a parte la violenza insita nel carcere, la giustizia che dovrebbe “tutelarci” e che è stata da molti lodata per questa sentenza, in realtà è la stessa che condanna chiunque decida di lottare per il diritto alla casa, contro la privatizzazione delle scuole e lo smantellamento dell’istruzione pubblica, per la salvaguardia della propria terra che i potenti vorrebbero violentare riversandoci rifiuti di ogni genere o traforandola per un progetto del tutto inutile di “alta velocità”, la lotta contro la violenza di genere che si dimentica troppo spesso essere agita anche da tanti tutori della legge, per mantenere luoghi occupati/liberati, per condizioni di lavoro migliori, perché a lavoro si continua a morire, contro la precarietà che ci schiaccia e ingabbia e tanto altro. Questa giustizia è la stessa che ha assolto gli assassini di Stefano Cucchi, e assolto i torturatori della Diaz e Bolzaneto, che ha preso di mira i/le compagn@ No Tav, che per condannare le 10 persone processate per i fatti di Genova ha riesumato reati dal codice Rocco, che adesso processa 18 compagn@ per i fatti del 15 ottobre a Roma ed ect., potrei continuare all’infinito ma penso che non serva, che questi fatti siano noti. Quando si parla di giustizia è questo quello a cui penso.

Alle aule dei tribunali preferisco le piazze, le vie piene di persone incazzate che si sono stufate di vedere la loro intelligenza essere insulta ogni giorno. Questo processo, per me, è un insulto, perché Berlusconi non è stato condannato per aver portato in ginocchio un intero paese, per aver permesso a razzisti e fascisti di ripulirsi la faccia, per aver sdoganato il peggiore machismo che la cultura italiana possedeva anche prima di lui, ma per un comportamento privato considerato “non morale”. Che Berlusconi pagasse per fare sesso a me non importa nulla, non sono contro la prostituzione, solo contro la tratta, e l’unica accusa che gli si può fare è di aver pagato minori, questo sì, è una cosa che va condannata, ma per il resto che ve ne importa? Perché nessun@, oltre i soliti discorsi moralisti da sacrestani, non ha messo l’accento sull’incoerenza politica di quest’uomo: paga prostitute e poi emana norme antiprostituzione? Partecipa al Family Day che sappiamo tutt@ esser basato su quei concetti cattofascisti di famiglia-monogamica-etero-patriarcale? L’accento sulla doppia morale di Berlusconi, che rappresenta quella dell’intero paese, viene usato solo per criminalizzare la prostituzione ma mai per dire che le donne, del proprio corpo, possono farci ciò che vogliono e che il problema non è di chi vende servizi sessuali ma di uomini, come Berlusconi, che prima li comprano e poi pubblicamente criminalizzano la prostituzione. Ecco il vero nocciolo della questione.

Il personale è politico, e ora più di prima, ma non dovrebbe mai essere usato per alimentare altro bigottismo. Perché per me chi esce vincitore da questo processo è il moralismo, è la cultura che vuole le donne divise in un’eterna lotta tra sante e puttane, è il pensiero puttanofobico portato in piazza dalle SNOQ, è la Chiesa con la sua madonna e maddalena, è il fascismo e sessismo più becero. A vincere è ciò contro cui dovremmo lottare e quindi a cosa cazzo esultate? Vi rendete conto che questa condanna è un insulto a chi ogni giorno lotta per arrivare a fine mese, a chi deve fare due lavori per mantenersi, a chi non ha i soldi per studiare, alle donne che si fanno il mazzo in casa e nessuno glielo riconosce, a tutt@ quell@ che organizzano cortei, manifestazioni perché bisogna reagire alle violenze di stato?

Come femminista e fieramente puttana mi sento offesa da questo rigurgito machista che ha dato il peggio di sé proprio in questi giorni. La parola “puttana”, usata come offesa e non con fierezza ( per farlo bisognerebbe decostruirla e mettere in discussione la nostra cultura sessista), credo che in questi giorni sia stata usata almeno un miliardo di volte, tanto che anche Ferrara ha indetto quella ridicola provocazione “Siamo tutte puttane” confondendo ancora una volta le donne che si prostituiscono in modo autodeterminato e che vendono solo e soltanto il loro corpo e chi invece, pur di avere un posto di potere o per mantenerlo, vende i corpi, le vite, le lotte e i sogni altrui. C’è una differenza abissale tra chi lavora e chi stupra e i secondi stuprano, anche se Ferrara fa finta di non saperlo. Inoltre non era lui ad essere contro l’aborto? Dunque, vediamo un po’, secondo quest’uomo una donna può vendere il proprio corpo per prestazioni sessuali ma non può decidere di abortire? Questa è l’autodeterminazione che auspica? Tutto ciò è ridicolo quindi non ci perderò ulteriore tempo nel commentarlo.

Ciò che mi preme affrontare, di tutta questa vicenda, è l’aspetto culturale e nel farlo vi segnalo l’intervento della sociologa Amalia Signorelli durante la trasmissione di Ballarò. La sociologa dice una cosa molto condivisibile, ovvero che Berlusconi ha riportato in auge il macho italiano e che è stato egli stesso a rendere pubblica la sua vita privata, date le sue innumerevoli battute sessiste, apprezzamenti pubblici verso alcune donne presenti e quant’altro. Non sono d’accordo però sul fatto che sia stato lui a sdoganare la prostituzione. Mi spiego: secondo la sociologa Berlusconi avrebbe attuato la logica di mercato, che usa nell’imprenditoria, anche sulle persone rendendo quindi tutto mercificabile. Questa affermazione mi sembra assai ingenua e credo che dia a Berlusconi un potere che non ha. Che i corpi siano mercificabili è cosa nota da secoli, infatti il sistema capitalistico non fa altro che questo. Qualunque sia il lavoro che si fa penso sia corretto parlare di prostituzione, dato che in entrambe i casi si viene pagati in cambio di un servizio.

L’affermazione della Signorelli può avere un suo senso solo se la si declina in modo moralistico, ovvero Berlusconi sarebbe riuscito a mercificare anche la sessualità. Ed anche in questo caso sappiamo che non è vero, dato che la prostituzione esiste dai tempi antichi. Quindi cosa avrebbe sdoganato quest’uomo? La prostituzione, risponderei, ma nel senso che l’ha resa pubblica. Mi spiego. Nell’ambito politico, ma in realtà ovunque, si è sempre parlato dei/lle “raccomandat@”, che per me sono prostitut@, ma che nella società non sono mai stat@ percepit@ come tali, dato che vi sarebbe una “specificità del sesso” che renderebbe “riprovevole” solo il vender sesso. Per i/le raccomandat@ c’è disprezzo, certo, ma non scatenano quell’odio che invece si accende, e che si è manifestato in questi giorni, come le puttane, anche se tra i due non vi è differenza se non quella che vi ho descritto sopra. La differenza c’è solo per chi, in modo moralistico, pensa che vendere il cervello sia più dignitoso che vendere il culo. Personalmente credo che in generale nel vendersi non ci sia alcuna dignità, infatti disprezzo il concetto di lavoro basato sul capitale, ma dato che bisogna sopravvivere in questo schifo, mentre si lotta per cambiarlo, penso sia davvero bigotto il pensiero di chi divide tra lavori dignitosi e non, oltre che ad essere sessista.

Ed è proprio questo che Berlusconi ha sdoganato. Un sessismo che non è mai scomparso dalla nostra cultura e che ha permesso a quest’uomo di diventare il simbolo dell’uomo italiano medio, tanto è vero che le stesse esaltazioni per la sua condanna erano pregne di quel sessismo di cui lo si accusa. Il sessismo vince anche quando sembra “perdere”, perché la cultura di cui sono fatte le sue televisioni, che costituisce il suo modo di essere, che ha portato come vanto per anni, è lo stesso che vi fa commentare la sua condanna con espressioni come puttana, troia, zoccola, inculata ed etc usate in modo offensivo. Quindi Berlusconi viene condannato ma la cultura che lui rappresenta e che esisteva ed esisterà anche senza di lui, quella cultura in cui tutt@ noi siamo stat@ educat@, non solo non vien messa in discussione ma ne esce rinvigorita. Oh, che felicità, c’è davvero da festeggiare!

Sarcasmo a parte,  penso sia importante capire che la vera vittoria è quella che riusciremo ad ottenere scendendo in piazza e scacciando via, non un solo uomo, che sembra esser diventato il simbolo del male, ma tutto il baraccone che non è meglio di lui. Questo spero sia chiaro a tutt@. La creazione di mostri, di capi espiatori non serve a nessun@, tranne a chi cerca di renderci ciechi a tutto il resto che ci circonda che è tanta roba. La notizia più recente è quella dello sciopero dei facchini della Granarolo e la brutale repressione che hanno subito da parte dei tutori dell’ordine, tanto per chiudere da dove si era partiti. Qui trovate  l’appello per la giornata di mobilitazione per la campagna di boicottaggio del 29 giugno contro la Granarolo.